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a 793] | trattato della pittura - parte quinta | 251 |
791. Dell'aria che infra i monti si dimostra.
Più si dimostra l’aria luminosa e chiara inverso la parte del sole che nelle parti opposite.
792. De' monti e loro divisione in pittura.
Dico che l’aria interposta infra l’occhio ed il monte pare più chiara in p che in a; e questo può accadere per diverse cause, delle quali la prima è che l’aria interposta infra l’occhio e il p è maggior somma che quella che s’interpone infra l’occhio e l’a, e per conseguente è più chiara. La seconda è che l’aria è più grossa in p valle che in a monte.
793. Pittura che mostra la necessaria figurazione delle alpi, monti e colli.
Le figure de’ monti, detti catena del mondo, sono generate dai corsi de’ fiumi nati di piova, neve, grandine e diacci resoluti dai raggi solari della state, la quale resoluzione è generazione di acque ragunate da molti piccoli rivi concorrenti da diversi aspetti ai maggiori rivi; crescono in magnitudine, quanto essi acquistano di moto, insinchè si convocano al gran mare oceano, sempre togliendo dall’una delle rive e rendendo all’altra, insinchè ricercano la larghezza delle loro valli; e di quella non si contentano; consumano le radici de’ monti laterali, i quali ruinando sopra essi fiumi chiudono le valli, e, come se si volessero vendicare, proibiscono il corso di tal fiume e lo convertono in lago, dove l’acqua con tardissimo moto pare raumiliata, insino a tanto che la generata chiusa del ruinato monte sarà di nuovo consumata dal corso della predetta acqua.
Adunque diremo che quell’acqua che di più stretto e breve cammino si trova, meno consuma il luogo dove passa, e di converso più consuma dov’essa è larghissima e profonda. Seguita per questo che gli altissimi gioghi de’ monti, essendo il più del tempo vestiti di neve, e le pioggie con piccol tempo li percuotono; ed i fiumi non vi sono, insino a tanto che le poche gocciole della pioggia avanzate al sorbimento dell’arida cima cominciano a generare i minutissimi rami di tardissimo moto, i quali non hanno potenza di torbidarsi di alcuna particola di terra da loro mossa, mediante le vecchie radici delle minute erbe; per la qual cosa tali giochi de’ monti hanno più eternità nelle loro superficie che nelle radici, dove i furiosi corsi delle acque ragunate al continuo, non contenti della portata terra, essi rimuovono i colli