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248 | leonardo da vinci | [§ 783 |
monte; e per questo seguita che il secondo monte, e il terzo e così gli altri che seguitano, non eccedano nè siano ecceduti dal primo monte nè dall’occhio. Adunque nella superficie della cima del primo monte si scontrano le cime di tutti i monti che seguon dopo il primo monte e per questo non si può vedere se non la cima del primo; adunque tale dimostrazione è vana, come a occhio, b sommità del primo monte, c d delle altre cime; vedi che la cima b, scontrandosi nelle due altre cime cd, che l’occhio a vede le tre cime b c d nel medesimo termine del monte b; e queste hanno le distanze ed i colori in medesima proporzione, ma non si vede nè distanza nè colori.
784. Delle cime de' monti che si scoprono all'occhio l'una più alta dell'altra, che le proporzioni delle distanze non sono colle proporzioni de' colori.
Quando l’occhio vede le cime de’ monti di eguali distanze ed altezze sotto di sè, esso non vedrà i colori delle cime di tali monti di diminuzione di colori nella medesima proporzione delle già dette distanze, perchè passano all’occhio per diverse grossezze d’aria. Provasi: siano o p q le cime di tre monti, che in sè sono di un medesimo colore e di medesima distanza l’una dall’altra; a sia l’occhio che le vede, il quale è più alto ch’esse cime; dico che la proporzione delle qualità delle distanze che hanno infra esse le cime di tali monti non saranno una medesima con la proporzione delle diminuzioni de’ colori di tali cime di monti; e questo nasce perchè essendo a o due, e a p quattro, e a q sei, cioè nella proporzione dell’egualità, l’aria no non è subdupla all’aria mp, ma subtripla, e lo spazio dall’occhio ao è subduplo allo spazio ap, e lo spazio ao è subquadruplo allo spazio sq, che secondo lo spazio de’ monti avrebbe ad essere subtriplo.
785. Delle cime de' monti che non diminuiscono ne' colori secondo la distanza delle cime loro.
Quando le cime de’ monti saranno di eguale distanza l’una dall’altra e di egual differenza di altezze infra loro, esse saranno ancora in egual differenza di altezze e di sottilità d’aria, ma non in eguale diminuzione di colori, perchè la più alta sarà più oscura ch’essa non deve. Provasi, perchè la cima o è tutta nell’aria grossa, e forte s’imbianca di essa aria, p è veduta dall’occhio a in meno aria grossa com’è ra, e nell’aria più sottile tutto pr; adunque s’imbianca quasi come o; q è veduto per l’aria grossa tutto ia e nella