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le cose circostanti al lume, l’illuminato non si conosce in tal parte del corpo illuminato.


768. Del lustro.

Il lustro partecipa assai più del colore del lume che illumina il corpo che lustra, che del colore di esso corpo; e questo nasce in superficie dense.1

Il lustro di molti corpi ombrosi è integralmente del colore del corpo illuminato, com’è quello dell’oro brunito, dell’argento ed altri metalli e simili corpi.

Il lustro di foglie, vetri e gioie poco partecipa del colore del corpo ove nasce ed assai del colore del corpo che lo illumina.

Il lustro fatto nella profondità di densi trasparenti è in primo grado della bellezza di tale colore, come si vede dentro al rubino, balascio, vetri e simili cose; questo accade chè infra l’occhio ed esso lustro s’interpone tutto il color naturale del corpo trasparente.

I lumi riflessi de’ corpi densi e lustri sono di molto maggior bellezza che non è il natural colore di essi corpi, come si vede nelle pieghe, che si aprono, dell’oro che si fila ed in altri simili corpi, che l’una superficie riverbera nell’altra a sè contrapposta, e l’altra riverbera in essa, e così fanno successivamente in infinito.

Nessun corpo lustro e trasparente può dimostrare sopra di sè ombra ricevuta d’alcun obietto, come si vede nelle ombre de’ ponti de’ fiumi, che mai si vedono, se non sopra le acque torbide, e nelle chiare non appariscono.

Il lustro sarà sopra gli obietti trovato in tanti varî siti, quanto son varî i luoghi dond’esso è veduto. Stando l’occhio e l’obietto senza moto, si muoverà il lustro sopra l’obietto insieme col lume che lo cagiona; stando il lume e l’obietto senza moto si muoverà il lustro sopra l’obietto insieme col moto dell’occhio che lo vede.

Nasce il lustro nelle superficie pulite di qualunque corpo, delle quali piglieranno più lume quelle che saranno più dense e pulite.

DE’ RIFLESSI.2


769. Dell'ombra interposta infra lume incidente e lume riflesso.

L’ombra che s’interpone infra il lume incidente ed il lume riflesso sarà di grande oscurità e si dimostrerà più oscura ch’essa non è, per causa del paragone del lume incidente che con essa confina.

  1. Nell’edizione viennese: «terse».
  2. Oltre questo titolo, nel codice si leggono le seguenti parole cancellate: «De’ riflessi de’ lumi che risaltano alle ombre».