Pagina:Leonardo - Trattato della pittura, 1890.djvu/288

214 LEONARDO DA VINCI [§ 682

manifesta nella parte dell'obietto sferico sotto l'emisfero k ed f, il quale nel punto b è illuminato da tutta la parte ace, e nella parte d dall'emisfero ef, ed in o dal gf, ed in n da mf, ed in h da sf, e così hai conosciuto dov'è il primo lume e la prima ombra in qualunque corpo.

Quella parte di un corpo ombroso sarà più luminosa, che da maggior somma di lume sarà illuminata. Adunque, ponendo pel corpo ombroso il corpo abc ed idfn pel corpo luminoso, cioè l'emisfero illuminato, nella parte c ha il doppio più lume che nella parte b, e tre quarti più che in a, perchè, c è illuminato dal cielo dgfe, e b dal df, ch'è la metà meno di de, e la parte a sarà solo illuminata dalla quarta parte di de, cioè da gd.

La superficie di ogni corpo opaco partecipa del colore del suo obietto. Sia d il corpo opaco, an sia il corpo luminoso, ac sia di un colore oscuro, cd sia il piano illuminato dall'emisfero afmn; per l'antidetta r sarà più illuminata che o; o che s; s che t; e il simile faranno le parti che son volte ad ac, corpo oscuro, ed il simile quelle che son volte al luogo illuminato cd; e di qui nasce lume e ombra, e lume riflesso.

L'ombra che resta sotto gli sporti delle copriture degli edifici, la quale fa il sole, in ogni grado di altezza acquista oscurità.

La cosa veduta dentro alle abitazioni illuminate da lume particolare ed alto di qualche finestra dimostrerà gran differenza infra i lumi e le sue ombre, e massime se l'abitazione sarà grande o scura. Quando il lume particolare illuminerà il suo obietto, il quale obietto abbia in opposita parte alcuna cosa illuminata dal medesimo lume, che sia di color chiaro, allora nascerà il controlume, cioè riflesso, ovvero riverberazione.

Quella parte del lume riflesso che veste in parte la superficie de' corpi, sarà tanto men chiara che la parte illuminata dall'aria, quanto essa è meno chiara dell'aria.

E tu, pittore, che usi le istorie, fa che le tue figure abbiano tante varietà di lumi e di ombre, quanto son varî gli obietti che le hanno create, e non far maniera generale.

La parte della superficie di ogni corpo partecipa di tanti varî colori, quanti son quelli che gli stanno per obietto.