Pagina:Leonardo - Trattato della pittura, 1890.djvu/283

a 668] TRATTATO DELLA PITTURA — PARTE QUINTA 209

666. Delle ombre e lumi co' quali si fingono le cose naturali.

Sono alcuni che vogliono vedere le ombre oscure in tutte le loro opere, e così biasimano chi non fa come loro. A questi tali si satisferà in parte coll'operare ombre oscure ed ombre chiare; le oscure ne' luoghi oscuri, e le chiare nelle campagne a lumi universali.


667. Delle ombre, ed in quali corpi non possono essere di gran potenza di oscurità, e così i lumi.

Dove non si generano ombre di grande oscurità, non si possono neppur generare lumi di gran chiarezza. E questo accade negli alberi di rare e strette foglie, come salici, scope, ginepri e simili, ed ancora ne' panni trasparenti, come sono zendadi, veli e simili, e così i capelli crespi e sparsi; e questo accade perchè tutta la somma di ciascuna di predette specie non compone lustri nelle sue particole, e se vi sono, sono insensibili, e le loro specie poco si rimuovono dal luogo dove si generano; ed il simile fanno le parti ombrose di tali particole, e tutta la somma non genera ombra oscura, perchè l'aria le penetra ed illumina, così le parti vicine al mezzo, come quelle di fuori; e se vi è varietà, essa è quasi insensibile, e così le parti illuminate di essa somma non possono essere di troppa differenza dalle parti ombrose, perchè penetrando, com'è detto, l'aria luminosa per tutte le particole, le parti illuminate sono tanto vicine alle particole adombrate, che le loro specie mandate all'occhio fanno un misto confuso, composto di minimi chiari e scuri, in modo che non si discerne in tal misto altro che confusione a uso di nebbia. Il simile accade ne' veli, tele ragnate, e simili.


668. Del lume particolare del sole o di altro corpo luminoso.

Quella parte del corpo illuminato sarà di più intensa chiarezza, la quale sarà percossa dal raggio luminoso infra angoli più simili; e la meno illuminata sarà quella che si troverà infra angoli più disformi di essi raggi luminosi.

L'angolo n nel lato che riguarda il sole, per essere percosso da esso sole infra angoli eguali, sarà illuminato con maggiore potenza di raggi che nessun'altra parte di esso corpo illuminato; e il punto c sarà men che nessun'altra parte illuminato, per essere esso punto ferito dal corpo solare con angoli più disformi che nessun'altra parte della planizie, donde si estendono tali raggi solari; e sia de' due angoli il mag-

L. da Vinci — Trattato della pittura. 27