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L’aspetto ancora è da connumerare, nelle parti delle ombre, cioè che se l’ombra ha del lungo, vedere a che aspetto si drizza la somma di tale lunghezza; se si drizza all’orecchio l’ombra di un ciglio, se si drizza alle nari l’ombra inferiore della cassa dell’occhio, e così con simili riscontri di varî aspetti situare esse ombre; adunque l’aspetto è da essere preposto al sito.


662. Della natura del lume illuminatore de' corpi ombrosi.

Il lume universale cinge la parte del corpo ombroso da esso veduta, e l’illumina, e varia l’illuminazione di quella con tanto maggiore o minor chiarezza, quanto le parti di tal corpo illuminate son vedute da maggiore o minore quantità di esso lume universale.


663. De' lumi universali sopra i corpi puliti.

I lumi universali circostanti ai corpi puliti daranno chiarezza universale nelle superficie di tali corpi.


664. De' corpi ombrosi i quali son puliti e lustri.

Ne’ corpi ombrosi i quali hanno superficie pulita e lustra, quelli ch’hanno lume particolare variano in loro le ombre ed i lustri in tanti varî siti quante sono le mutazioni del lume dell’occhio che li vede.

In questo caso il lume particolare può essere immobile e l’occhio mobile, e così di converso, ch’è quel medesimo in quanto alle mutazioni de’ lustri e delle ombre nelle superficie di essi corpi.


665. Come i corpi circondati da lume universale generano in molte parti di sè i lumi particolari.

Generansi i lumi particolari nelle superficie de’ corpi ombrosi, ancorachè il loro tutto sia circondato di sopra da lume universale del cielo senza sole, com’è quando alcun oscuro nuvolo ce lo toglie e ce l’occupa; e questo nasce per la inegualità ch’hanno le superficie di essi corpi, mediante le membra a quelli congiunte, le quali, interponendosi infra esso lume ed il corpo ombroso, privano esso corpo di gran quantità di luce universale; onde la luce, che penetra infra i membri ed il corpo, sarà lume particolare, cioè parte di tutto il lume, che di sè abbraccia le parti esteriori di ciascun membro del corpo.