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a 606] | trattato della pittura - parte quinta | 197 |
613. Del lume che si converte in ombra.
Il sito illuminato dall’aria si farà ombroso se sarà circondato dalla percussione de’ raggi solari; e questo nasce perchè il maggior lume fa parere oscuro il lume di minor luce.
614. Dell’ombra derivativa creata da lume di lunga figura, che percuote l’obietto simile a sè.
Quando il lume che passa per spiracolo di lunga e stretta figura percuoterà l’obietto ombroso di figura e situazione simile a sè, allora l’ombra avrà la figura dell’obietto ombroso. Provasi, e sia lo spiracolo donde penetra il lume nel luogo oscuro ab, e l’obietto colonnale di figura eguale e simile alla figura dello spiracolo sia cd, ed ef sia la percussione del raggio ombroso del detto obietto cd; dico tale ombra non poter essere maggiore, nè ancora minore di esso spiracolo in alcuna distanza, essendo il lume condizionato nel predetto modo. E questo resta provato per la quarta di questo, che dice che tutti i raggi ombrosi e luminosi sono rettilinei.
615. Che le ombre debbono sempre partecipare del colore del corpo ombroso.
Nessuna cosa pare della sua naturale bianchezza, perchè i siti ne’ quali essa è veduta la rendono all’occhio tanto più o men bianca, quanto tal sito sarà più o meno oscuro; e questo c’insegna la luna, che di giorno ci si mostra nel cielo di poca chiarezza e la notte con tanto splendore, ch’essa ci rende di sè il simulacro del sole e del giorno col suo scacciar delle tenebre. E questo nasce da due cose: e prima è il paragone che in sè ha natura di mostrare le cose tanto più perfette nelle specie de’ loro colori, quanto esse sono più disformi; la seconda è che la pupilla è maggiore la notte che il giorno, com’è provato; e maggiore pupilla vede un corpo luminoso di maggior quantità e di più eccellente splendore che la pupilla minore, come prova chi guarda le stelle per un piccolo foro fatto nella carta.
616. Delle cose bianche remote dall’occhio.
La cosa bianca rimossa dall’occhio, quanto più si rimuove, più perde la sua bianchezza, e tanto più quanto il sole l’illumina, perchè partecipa del colore del sole misto col colore dell’aria che s’interpone infra l’occhio ed il bianco. La