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188 | leonardo da vinci | [§ 571 |
571. Dell'ombra derivativa, e dove è maggiore.
Quell’ombra derivativa è di maggior quantità, la quale nasce da maggior quantità di lume, e così pel contrario. Provasi: ab, lume piccolo, fa le ombre derivative cge e dfh, che son piccole. Piglia la figura succedente: nm, lume del cielo, che è universale, fa l’ombra derivativa grande in rtx, e così lo spazio osu, perchè la parte del cielo pn fa essa ombra rtx, e così lo spazio lm, parte del cielo, fa l’opposita ombra osu.
572. Della morte dell'ombra derivativa.
L’ombra derivativa sarà al tutto distrutta ne’ corpi illuminati da lume universale.
573. Della somma potenza dell'ombra derivativa.
Ne’ lumi particolari l’ombra derivativa si farà di tanto maggior potenza, quanto esso lume sarà di minor quantità sensibile e di più potente chiarezza.
574. Dell'ombra semplice di prima oscurità.
L’ombra semplice è quella che da nessun lume riflesso può esser veduta, ma solo da un’ombra opposita sarà aumentata. Sia lo sferico g messo nella concavità bcef, ed il lume particolare sia a, il quale percuote in b e riflette in d, e risalta con la seconda riflessione nello sferico g, il quale aduna parte dell’ombra semplice nell’angolo e, che non vede nè il lume incidente nè il lume riflesso di nessun grado di riflessione. Adunque l’ombra dello sferico riceve la riflessione dall’ombra semplice e, e per questo è detta ombra semplice.
575. Delle tre varie figure delle ombre derivative.
Tre sono le varietà delle ombre derivative, delle quali l’una è larga nel suo nascimento, e quanto più si rimuove da tal principio, più si ristringe; la seconda osserva infinita lunghezza colla medesima lunghezza del suo nascimento; la terza è quella