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a 505] trattato della pittura - parte terza 169

maiorica e un poco di lacca, o vuoi lapis duro. Sfumato che tu hai, lascia seccare, poi ritocca a secco con lacca e gomma, stata assai tempo con l’acqua gommata insieme liquida, che è migliore, perchè fa l’ufficio suo senza lustrare.

Ancora per fare le ombre più oscure, togli la lacca gommata sopradetta ed inchiostro, e con questa ombra puoi ombrare molti colori, perchè è trasparente; e puoi ombrare azzurro, lacca; di verso le ombre, dico, perchè di verso i lumi ombrerai di lacca semplice gommata sopra la lacca senza tempera, perchè senza tempera si vela sopra il cinabro temperato e secco.1


503. De’ fumi delle città.

I fumi sono veduti meglio e più spediti nelle parti orientali che nelle occidentali, stando il sole all’oriente; e questo nasce per due cause:

La prima è che il sole traspare co’ suoi raggi nelle particole di tal fumo, e le rischiara e le fa evidenti;

La seconda è che i tetti delle case veduti all’oriente in tal tempo sono ombrosi, perchè la loro obliquità non può essere illuminata dal sole.

Ed il simile accade nella polvere, e l’una e l’altra è tanto più luminosa, quanto essa è più densa, ed è più densa inverso il mezzo.


504. Del fumo e della polvere.

Stando il sole all’oriente, il fumo delle città non sarà veduto all’occidente, perchè esso non è veduto penetrato dai raggi solari, nè veduto in campo oscuro, perchè i tetti delle case mostrano all’occhio quella medesima parte che si mostra al sole, e per questo campo chiaro tal fumo poco si vede.

Ma la polvere in simile aspetto si dimostra oscura più che il fumo, per esser essa di materia più densa che il fumo, ch’è materia umida.


505. Precetto di prospettiva in pittura.

Quando tu non conoscerai varietà di chiarezza o di oscurità infra l’aria, allora la prospettiva delle ombre sarà scacciata dalla tua imitazione, e solo ti hai a valere della prospettiva della diminuzione de’ corpi e della prospettiva del diminuire dei colori e del diminuire delle cognizioni delle cose all’occhio contrapposte; e questa tal operazione fa parere una medesima cosa più remota, cioè la perdita della cognizione della figura di qualunque obietto.

L’occhio non avrà mai per la prospettiva lineare, senza suo moto, cognizione

L. da VinciTrattato della pittura. 22
  1. Nell’edizione viennese: «a secco».