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a 488] trattato della pittura - parte terza 163


Se vedrai con gli occhi ab il punto c, ti parrà esso c in df; e se lo guardi coll’occhio solo g, ti parrà h in m; e la pittura non avrà mai in sè queste due varietà.


485. Di far che le cose paiano spiccate da’ lor campi, cioè dalla parete dove sono dipinte.

Molto più rilievo mostreranno le cose nel campo chiaro e illuminato che nell’oscuro. La ragione di quel che si propone è, che se tu vuoi dar rilievo alla tua figura, tu la fai che quella parte del corpo che è più remota dal lume manco partecipi di esso lume; onde viene a rimanere più oscura, e terminando poi in campo scuro, viene a cadere in confusi termini; per la qual cosa, se non vi accade riflesso, l’opera resta senza grazia, e da lontano non appariscono se non le parti luminose, onde conviene che le oscure paiano esser del campo medesimo; onde le cose paiono tagliate e rilevate tanto meno del dovere, quanto è l’oscuro.


486. Precetto.

Le figure hanno più grazia poste ne’ lumi universali che ne’ particolari e piccoli, perchè i gran lumi, non potenti, abbracciano i rilievi de’ corpi, e le opere fatte in tali lumi appariscono da lontano con grazia; e quelle che sono ritratte a lumi piccoli pigliano gran somma d’ombra, e simili opere fatte con tali ombre mai appariscono dai luoghi lontani altro che tinte.


487. Come le figure spesso somigliano ai loro maestri.

Questo accade, che il giudizio nostro è quello che muove la mano alle creazioni de’ lineamenti di esse figure per diversi aspetti insino a tanto ch’esso si satisfaccia; e perchè esso giudizio è una delle potenze dell’anima nostra, con il quale essa compose la forma del corpo, dov’essa abita, secondo il suo volere, onde, avendo colle mani a rifare un corpo umano, volentieri rifà quel corpo, di ch’essa fu prima inventrice. E di qui nasce che chi s’innamora, volentieri s’innamora di cose a sè somiglianti.


488. Del figurare le parti del mondo.

Sarai avvertito ancora, che ne’ luoghi marittimi, o vicini a quelli volti alle parti meridionali, non farai il verno figurato negli alberi o prati come nelle parti remote da essi mari e settentrionali faresti, eccetto che negli alberi i quali ogni anno gittano le foglie.