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154 leonardo da vinci [§ 462

462. Perchè sul far della sera le ombre de’ corpi generate in bianca parete sono azzurre.

Le ombre de’ corpi generate dal rossore del sole vicino all’orizzonte sempre saranno azzurre; e questo nasce per l’undecima, dove si dice: la superficie di ogni corpo opaco partecipa del colore del suo obietto. Adunque, essendo la bianchezza della parete privata al tutto d’ogni colore, si tinge del colore de’ suoi obietti, i quali sono in questo caso il sole ed il cielo, perchè il sole rosseggia verso la sera, ed il cielo dimostra azzurro; e dove è l’ombra non vede il sole, per l’ottava delle ombre, che dice: il luminoso non vede mai le ombre da esso figurate;1 e dove in tal parete non vede il sole, quivi è veduto dal cielo; adunque per la detta undecima, l’ombra derivativa avrà la percussione nella bianca parete di colore azzurro, ed il campo d’essa ombra veduto dal rossore del sole parteciperà del color rosso.


463. Dove è più chiaro il fumo.

Il fumo veduto infra il sole e l’occhio sarà chiaro e lucido più che alcun’altra parte del paese dove nasce; il medesimo fanno la polvere e la nebbia, le quali, se tu sarai ancora infra il sole e loro, ti parranno oscure.


464. Della polvere.

La polvere che si leva per il corso d’alcun animale, quanto più si leva, più è chiara, e così più è oscura, quanto meno s’innalza, stante essa infra il sole e l’occhio.


465. Del fumo.

Il fumo è più trasparente ed oscuro inverso gli estremi delle sue globulenze che inverso i loro mezzi.

Il fumo si muove con tanto maggiore obliquità, quanto il vento suo motore è più potente.

Sono i fumi di tanti varî colori, quante sono le varietà delle cose che li generano.

I fumi non fanno ombre terminate, ed i loro confini sono tanto meno noti, quanto essi sono più distanti dalle loro cause; e le cose poste dopo loro sono tanto

  1. Nel codice: «Nessun luminoso non vede mai», ecc. Nell’edizione romana, 1817: «Nessun luminoso non vide mai le ombre del corpo da lui illuminato; quivi è veduto», ecc.