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che la prima; e se la terza cosa sarà di pari grandezza della seconda e prima innanzi ad essa, sarà lontana dalla seconda quanto la seconda dalla prima, sarà di un terzo della grandezza della prima; e così, di grado in grado, per pari distanza faranno sempre diminuzione proporzionata la seconda dalla prima, purchè l’intervallo non passi dentro al numero di venti braccia; e infra dette venti braccia la figura simile a te perderà due quarti di sua grandezza, ed infra quaranta perderà tre quarti e poi cinque sesti in sessanta braccia, e così di mano in mano farà sua diminuzione, facendo la parete lontana da te due volte la tua grandezza, chè il farla una sola fa gran differenza dalle prime braccia alle seconde.


457. De’ corpi veduti nella nebbia.

Quelle cose le quali saranno vedute nella nebbia si dimostreranno maggiori assai che la loro vera grandezza; e questo nasce perchè la prospettiva del mezzo interposto infra l’occhio e tale obietto non accorda il color suo con la magnitudine di esso obietto, perchè tal nebbia è simile alla confusa aria interposta infra l’occhio e l’orizzonte in tempo sereno, ed il corpo vicino all’occhio veduto dopo la vicina nebbia si mostra essere alla distanza dell’orizzonte, nel quale una grandissima torre si dimostrerebbe minore che il predetto uomo, stando vicino.


458. Delle altezze degli edifici visti nelle nebbie.

Quella parte del vicino edificio si mostra più confusa, la quale è più remota da terra; e questo nasce perchè più nebbia è infra l’occhio e la cima dell’edificio, che non è dall’occhio alla sua base. La torre parallela veduta in lunga distanza infra la nebbia si dimostrerà tanto più sottile, quanto essa sarà più vicina alla sua base. Questo nasce per la passata, che dice: la nebbia si dimostra tanto più bianca e più spessa, quanto essa è più vicina alla terra, e per la seconda di questo, che dice: la cosa oscura parrà di tanto minor figura quanto essa sarà veduta in campo di più potente bianchezza. Adunque, essendo più bianca la nebbia da piedi che da capo, è necessario che l’oscurità di tal torre si dimostri più stretta da piedi che da capo.


459. Delle città ed altri edifici veduti la sera o la mattina nella nebbia.

Negli edifici veduti in lunga distanza da sera o da mattina nella nebbia od aria grossa, solo si dimostra la chiarezza delle loro parti illuminate dal sole, che si trova inverso l’orizzonte, e le parti de’ detti edifici che non sono vedute dal sole restano quasi del colore di mediocre oscurità di nebbia.