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a 456] | trattato della pittura - parte terza | 151 |
essendo il volto dell’uomo infra sì grandi similitudini di cose quasi niente, per la lontananza che lo diminuisce, occupa sì poco d’essa luce, che rimane incomprensibile; ed avendo da passare dalla superficie all’impressiva per un mezzo oscuro, cioè il nervo vuoto, che pare oscuro, quella specie, non essendo di color potente, si tinge in quella oscurità della via, e giunta alla impressiva pare oscura. Altra cagione non si può in nessun modo integrare. Se quel punto è nero, che sta nella luce, è perchè egli è pieno d’un umore trasparente a guisa d’aria, e fa l’ufficio che farebbe un buco fatto in un’asse, che a riguardarlo par nero, e le cose vedute per l’aria chiara e scura si confondono nell’oscurità.
454. Perchè l'uomo visto a certa distanza non è conosciuto.
La prospettiva diminuita ci dimostra, che quanto la cosa è più lontana, più si fa piccola. E se tu riguarderai un uomo che sia distante da te una balestrata, e ti parrà la finestra di una piccola agucchia appresso all’occhio, potrai vedere per quella molti uomini mandare le loro similitudini all’occhio, e in un medesimo tempo tutte capiranno in detta finestra. Adunque, se l’uomo lontano una balestrata manda la sua similitudine all’occhio, che occupa una piccola parte di una finestra d’agucchia, come potrai tu in sì piccola figura scorgere o vedere il naso, o bocca, od alcuna particola di esso corpo? E non vedendosi, non potrai conoscere l’uomo che non mostra le membra, le quali fanno gli uomini di diverse forme.
455. Quali sono le parti che prima si perdono di notizia ne’ corpi che si rimuovono dall'occhio, e quali più si conservano.
Quella parte del corpo che si rimuove dall’occhio è quella che meno conserva la sua evidenza, la quale è di minor figura. Questo accade ne’ lustri de’ corpi sferici o colonnali, e nelle membra più sottili de’ corpi, come il cervo, che prima si rimane di mandar all’occhio le specie, ovvero similitudini delle sue gambe e corna che il suo busto, il quale, per esser più grosso, più si conserva nelle sue specie. Ma la prima cosa che si perde in distanza sono i lineamenti, che terminano le superficie e figure de’ corpi.
456. Della prospettiva lineare.
La prospettiva lineale si estende nell’ufficio delle linee visuali a provare per misura quanto la cosa seconda è minore che la prima, e la terza che la seconda, e così di grado in grado insino al fine delle cose vedute. Trovo per esperienza che la cosa seconda, se sarà tanto distante dalla prima quanto la prima è distante dall’occhio tuo, che, benchè infra loro sieno di pari grandezza, la seconda sarà minore