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150 leonardo da vinci [§ 450

450. Quali sono quelle parti de’ corpi delle quali per distanza manca la notizia.

Quelle parti de’ corpi che saranno di minor quantità saranno le prime delle quali per lunga distanza si perde la notizia. Questo accade perchè le specie delle cose minori in pari distanza vengono all’occhio con minor angolo che le maggiori, e la cognizione delle cose remote è di tanto minor notizia quanto esse sono di minor quantità. Seguita dunque, che quando la quantità maggiore in lunga distanza viene all’occhio per angolo minimo, e quasi si perde di notizia, la quantità minore del tutto manca della sua cognizione.


451. Perchè le cose quanto più si rimuovono dall’occhio manco si conoscono.

Quella cosa sarà manco nota, la quale sarà più remota dall’occhio. Questo accade perchè prima si perdono le parti che sono più minute, e le seconde, meno minute, sono perse nella maggior distanza; e così successivamente seguitando a poco a poco, consumandosi le parti, si consuma la notizia della cosa remota, in modo che alla fine si perdono tutte le parti insieme col tutto; e manca ancora il colore per causa della grossezza dell’aria che s’interpone infra l’occhio e la cosa veduta.


452. Perchè le torri parallele paiono nelle nebbie più strette da piedi che da capo.

Le torri parallele nella nebbia si dimostrano in lunga distanza più sottili da piedi che da capo, perchè la nebbia che loro fa campo è più spessa e più bianca da basso che da alto; onde per la terza di questo che dice: la cosa scura posta in campo bianco diminuisce all’occhio la sua grandezza, e il converso che dice: la cosa bianca posta in campo scuro si dimostra più grossa che in campo chiaro, seguita che la bassezza della torre oscura avendo per campo la bianchezza della bassa e folta nebbia, essa nebbia cresce in dimostrazione sopra i termini inferiori di tale torre e li diminuisce; il che far non può tal nebbia ne’ termini superiori della torre dove la nebbia è più sottile.


453. Perchè i volti da lontano paiono oscuri.

Noi vediamo chiaro che tutte le similitudini delle cose evidenti che ci sono per obietto, così grandi come piccole, entrano al senso per la piccola luce dell’occhio. Se per sì piccola entrata passa la similitudine della grandezza del cielo e della terra,