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suo vedere, e così farà movendosi in tutto il cerchio; ed il simile farà la mano che s’innalza nel suo moto, cioè passerà per ispazio che è quantità.


397. Delle prime quattro parti che si richiedono alla figura.

L’attitudine è la prima parte più nobile della figura; non che la buona figura dipinta in trista attitudine abbia disgrazia, ma la viva in somma bontà di bellezza perde di riputazione, quando gli atti suoi non sono accomodati all’ufficio ch’essi hanno a fare. Senza alcun dubbio essa attitudine è di maggiore speculazione che non è la bontà in sè della figura dipinta; conciossiachè tale bontà di figura si possa fare per imitazione della viva, ma il movimento di tal figura bisogna che nasca da grande discrezione d’ingegno; la seconda parte nobile è l’avere rilievo; la terza è il buon disegno; la quarta il bel colorito.


398. Discorso sopra il pratico.

E tu, pittore, studia di fare le tue opere che abbiano a tirare a sè i loro veditori, e quelli fermare con grande ammirazione e diletto, e non attirarli e poi scacciarli, come fa l’aria a quel che ne’ tempi notturni salta ignudo del letto a contemplare la qualità di essa aria nubilosa o serena, che immediate, scacciato dal freddo di quella, ritorna nel letto, donde prima si tolse; ma fa le opere tue simili a quell’aria, che ne’ tempi caldi tira gli uomini dai lor letti, e li ritiene con diletto a prendere l’estivo fresco; e non voler essere prima pratico che dotto, e che l’avarizia vinca la gloria che di tale arte meritamente si acquista. Non vedi tu che infra le umane bellezze il viso bellissimo ferma i viandanti e non i loro ricchi ornamenti? E questo dico a te che con oro od altri ricchi fregi adorni le tue figure. Non vedi tu isplendenti bellezze della gioventù diminuire di loro eccellenza per gli eccessivi e troppo culti ornamenti? Non hai tu visto le montanare involte negl’inculti e poveri panni acquistare maggior bellezza, che quelle che sono ornate? Non usare le affettate acconciature o capellature di teste, dove appresso de’ goffi cervelli un sol capello posto più da un lato che dall’altro, colui che lo tiene se ne promette grande infamia credendo che i circostanti abbandonino ogni lor primo pensiero, e solo di quel parlino e solo quello riprendano; e questi tali hanno sempre per lor consigliero lo specchio ed il pettine, ed il vento è loro capital nemico sconciatore degli azzimati capelli. Fa tu adunque alle tue teste i capelli scherzare insieme col finto vento intorno ai giovanili volti, e con diverso rivoltare graziosamente ornarli. E non far come quelli che li impiastrano con colle, e fanno parere i visi come se fossero invetriati; umane pazzie in aumentazione, delle quali non bastano i naviganti a condurre dalle orientali parti le gomme arabiche, per riparare che il vento non varii l’egualità delle loro chiome, che di più vanno ancora investigando.