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a 321] trattato della pittura - parte terza 113

usa, che dove le figure hanno volta la testa non vi si volta il petto, che la natura per nostra comodità ci ha fatto il collo, che con facilità può servire a diverse bande, volendo l’occhio voltarsi in varî siti, ed a questo medesimo sono in parte obbedienti le altre giunture. E se fai l’uomo a sedere, e che le sue braccia s’avessero in qualche modo ad adoperare in qualche cosa traversa, fa che il petto si volga sopra la giuntura del fianco.


318. D’una figura sola fuori dell’istoria.

Ancora non replicare le membra ad un medesimo moto alla figura, la quale tu fingi esser sola, cioè che se la figura mostra di correr sola, che tu non le faccia tutte due le mani innanzi, ma una innanzi e l’altra indietro, perchè altrimenti non può correre; e se il piè destro è innanzi, che il braccio destro sia indietro ed il sinistro innanzi; perchè senza tal disposizione non si può correr bene. E se farai uno che sega,1 che abbia una gamba che si gitti alquanto innanzi, e fa che l’altra ritorni sotto la testa ed il braccio superiore scambi il moto e vada innanzi; e così di questo si dirà appieno nel libro de’ movimenti.


319. Quali sono le principali importanze che appartengono alla figura.

Fra le principali cose importanti che si richiedono nelle figurazioni degli animali, è situar bene la testa sopra le spalle, il busto sopra i fianchi, ed i fianchi e le spalle sopra i piedi.


320. Del bilicare il peso intorno al centro della gravità de’ corpi.

La figura che senza moto sopra i suoi piedi si sostiene, darà di sè eguali pesi oppositi intorno al centro del suo sostentacolo. Dico, che se la figura senza moto sarà posta sopra i suoi piedi, se gitta un braccio innanzi al suo petto, essa deve gittar tanto peso naturale indietro quanto ne gitta del naturale ed accidentale innanzi. Ed il medesimo dico di ciascuna parte che sporta fuori del suo tutto oltre il solito.


321. Delle figure che hanno a maneggiare o portar pesi.

Mai si leverà o porterà peso dell’uomo, ch’e’ non mandi di sè più di altrettanto peso che quello che vuole levare, e lo porti in opposita parte a quella donde esso leva il detto peso.


L. da VinciTrattato della pittura. 15
  1. Così il codice. L’edizione viennese propone di dire: «uno che segga»; l’edizione romana, 1817, ha: «uno che lo seguiti».