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a 253] trattato della pittura - parte seconda 93

quarto, il rosso il quinto, il nero il sesto; ed il bianco metteremo per la luce senza la quale nessun colore veder si può, ed il giallo per la terra, il verde per l’acqua, l’azzurro per l’aria, ed il rosso per il fuoco, ed il nero per le tenebre, che stan sopra l’elemento del fuoco, perchè non v’è materia o grossezza dove i raggi del sole abbiano a percuotere, e per conseguenza illuminare. Se vuoi con brevità vedere le varietà di tutti i colori composti, prendi de’ vetri coloriti e per quelli guarda tutti i colori della campagna che dopo quelli si veggono, e così vedrai tutti i colori delle cose che dopo tal vetro si veggono, essere tutte miste col colore del predetto vetro, e vedrai qual sia il colore che con tal mistione s’acconci o guasti. Come: sia il predetto vetro di color giallo; dico che le specie degli obietti che per tal colore passano all’occhio possono così peggiorare come migliorare: e questo peggioramento in tal colore di vetro accadrà all’azzurro, al nero e al bianco sopra tutti gli altri, ed il miglioramento accadrà nel giallo e verde sopra tutti gli altri; e così andrai scorrendo con l’occhio le mistioni de’ colori, le quali sono infinite, ed a questo modo farai elezione di nuove invenzioni di colori misti e composti; ed il medesimo si farà con due vetri di varî colori anteposti all’occhio, e così per te potrai seguitare.


251. De’ colori.

L’azzurro ed il verde non è per sè semplice, perchè l’azzurro è composto di luce e di tenebre, come è quello dell’aria, cioè nero perfettissimo e bianco candidissimo. Il verde è composto d’un semplice e d’un composto, cioè si compone d’azzurro e di giallo.


252. De’ colori specchiati sopra cose lustre di varî colori.

Sempre la cosa specchiata partecipa del colore del corpo che la specchia. Lo specchio si tinge in parte del colore da esso specchiato, e partecipa tanto più l’uno dell’altro, quanto la cosa che si specchia è più o meno potente che il colore dello specchio. E quella cosa parrà di più potente colore nello specchio, che più partecipa del colore d’esso specchio.


253. De’ colori del corpo.

Infra i colori del corpo quello sarà veduto in maggior distanza, che sarà di più splendida bianchezza. Adunque si vedrà in minor longinquità quello che sarà di maggiore oscurità.

Infra i corpi di egual bianchezza e distanza dall’occhio, quello si dimostrerà più candido, che è circondato da maggiore oscurità: e per contrario quell’oscurità si dimostrerà più tenebrosa, che sarà veduta in più candida bianchezza.