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a 143] | trattato della pittura - parte seconda | 61 |
137. Delle bellezze.
Le bellezze de’ volti possono essere in diverse persone di pari bontà, ma non mai simili in figura, anzi saranno di tante varietà quant’è il numero a cui quelle sono congiunte.
138. De’ giudicatori di varie bellezze in varî corpi, e di pari eccellenza.
Ancorachè in varî corpi siano varie bellezze e di grazia eguali, i varî giudici di pari intelligenza le giudicheranno di gran varietà infra loro esservi tra l’una e l’altra delle loro elezioni.
139. Come si debbono figurare i putti.
I putti piccoli si debbono figurare con atti pronti e storti quando seggono, e nello star ritti con atti timidi e paurosi.
140. Come si debbono figurare i vecchi.
I vecchi debbono esser fatti con pigri e lenti movimenti, e le gambe piegate nelle ginocchia quando stanno fermi, e i piedi pari e distanti l’un dall’altro; sieno declinati in basso, la testa innanzi chinata e le braccia non troppo distese.
141. Come si debbono figurare le donne.
Le donne si debbono figurare con atti vergognosi, le gambe insieme strette, le braccia raccolte insieme, teste basse e piegate in traverso.
142. Come si debbono figurare le vecchie.
Le vecchie si debbono figurare ardite e pronte, con rabbiosi movimenti, a guisa di furie infernali, ed i movimenti debbono parere più pronti nelle braccia e teste che nelle gambe.
143. Come si deve figurare una notte.
Quella cosa che è priva interamente di luce è tutta tenebre: essendo la notte in simile condizione, se tu vi vorrai figurare un’istoria, farai che, essendovi un gran fuoco, quella cosa che è più propinqua a detto fuoco più si tinga nel suo colore,