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44 | leonardo da vinci | [§ 73 |
73. Come nelle opere d'importanza l'uomo non si deve mai fidare tanto nella sua memoria, che non degni ritrarre dal naturale.
Quel maestro il quale si desse d’intendere di poter riservare in sè tutte le forme e gli effetti della natura, certo mi parrebbe che fosse ornato di molta ignoranza; conciossiacosachè detti effetti sono infiniti, e la memoria nostra non è di tanta capacità che basti. Adunque tu, pittore, guarda che la cupidità del guadagno non superi in te l’onore dell’arte, chè il guadagno dell’onore è molto maggiore che l’onore delle ricchezze. Sicchè per queste ed altre ragioni che si potrebbero dire, attenderai prima col disegno a dare con dimostrativa forma all’occhio la intenzione e la invenzione fatta in prima nella tua immaginativa. Dipoi va levando e ponendo tanto, che tu ti satisfaccia; di poi fa acconciare uomini vestiti o nudi, nel modo che in sull’opera hai ordinato, e fa che per misura e grandezza sottoposta alla prospettiva, non passi niente dell’opera che bene non sia considerata dalla ragione e dagli effetti naturali. E questa sarà la via da farti onorare della tua arte.
74. Di quelli che biasimano chi disegna alle feste, e che investiga le opere di Dio.
Sono infra il numero degli stolti una certa setta, detti ipocriti, che al continuo studiano d’ingannare sè ed altri, ma più altri che sè; ma in vero ingannano più loro stessi che gli altri. E questi son quelli che riprendono i pittori, i quali studiano i giorni delle feste nelle cose appartenenti alla vera cognizione di tutte le figure che hanno le opere di natura, e con sollecitudine s’ingegnano di acquistare la cognizione di quelle, quanto a loro sia possibile. Ma tacciano tali riprensori, chè questo è il modo di conoscere l’operatore di tante mirabili cose, e questo è il modo di amare un tanto inventore, perchè invero il grande amore nasce dalla gran cognizione della cosa che si ama, e se tu non la conoscerai, poco o nulla la potrai amare. E se tu l’ami per il bene che t’aspetti da lei, e non per la somma sua virtù, tu fai come il cane che mena la coda e fa festa alzandosi verso colui che gli può dare un osso, ma se conoscesse la virtù di tale uomo l’amerebbe assai più, se tal virtù fosse al suo proposito.
75. Delle varietà delle figure.
Il pittore deve cercare d’essere universale, perchè gli manca assai dignità se fa una cosa bene e l’altra male: come molti che solo studiano nel nudo misurato e proporzionato, e non ricercano la sua varietà; perchè può un uomo essere proporzionato ed esser grosso e corto o lungo e sottile o mediocre, e chi di questa