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NOTTE E FIAMME 431

con senno e fortezza tanto sè quanto la donna destinata a diventare sua moglie. Ora prevaleva la febbre di gioia ed egli guardava Lelia, l’incredibile realtà, così da farla sorridere; ora prevaleva il proposito virile e gli oscurava la fronte.

«E donna Fedele?» esclamò a un tratto. «Cosa avrà detto donna Fedele?»

Lelia lo immaginava. C’è al mondo una sola creatura capace di pazzie simili: ecco quello che probabilmente aveva pensato donna Fedele. Non volle dirlo, si chinò a leggere una lapide commemorativa nel muricciuolo che fronteggia il sentiero.


LORIO GIUSEPPINA
QUI ESTINTA PER ASSASSINIO


Trasalì, indovinando una tragedia di passione, un cuore ardente come il suo, freddato col ferro o col piombo.

«Assassinata no» diss’ella, «ma per me il morire adesso, di colpo, sarebbe una gioia.»

Egli non parlò ma gli occhi e l’ansar del petto dissero il suo rimprovero doloroso.

«No no» mormorò Lelia. «Voglio vivere vivere vivere!»

Entrarono nel villaggio. Dentro il villaggio ella diventò, per lui, più cauta di lui, non si voltò a guardarlo fin quasi alla soglia dell’albergo, dove, non potendone più, gli gittò un lampo degli occhi desiderosi. Massimo, che alloggiava nella parte vecchia della casa, pregò l’albergatrice di accompagnare la signorina, che si sarebbe fermata almeno per alcune ore, in una camera dell’ala nuova, di prendere i suoi ordini per la colazione da portarle in camera. Non gli parve opportuno, in quel momento, dirne il nome nè altro. Mentre parlava entrò il fattorino dell’ufficio telegrafico di San Ma-