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CAPITOLO DECIMOTERZO.
«Aveu.»
I.
La mattina seguente, Lelia ricevette una lettera di donna Fedele. L’amica si doleva di non averla più veduta dopo la piccola burrasca. Le annunciava la sua prossima partenza per Torino, consigliata anche dal medico di Arsiero. Pareva dunque che il medico di Arsiero l’avesse visitata; ma ciò non era detto esplicitamente. Seguivano calde istanze per aver presto una visitina, almeno; e la preghiera di un rigo di risposta da consegnare al messo. Lelia rispose a precipizio:
«Sono tanto contenta del Suo viaggio a Torino. Non vengo da Lei perchè mi sarebbe particolarmente penoso, alla vigilia di un tale viaggio, respingere desideri Suoi e dovrei pur farlo. Forse non sono degna ch’Ella si occupi ancora di me. Forse è meglio che mi dimentichi e mi lasci alla mia sorte!
Lelia.