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VERSO L'ALTO E VERSO IL PROFONDO 233

aveva detto di amare Massimo. Le aveva solamente offerto di lasciare il villino se, posto che il signor Alberti era tanto irritato contro di lei, la sua presenza fosse di ostacolo a una visita desiderata. Le parole non erano state che queste, ma la voce, il modo, il viso avevano detto altro. Se Massimo avesse ceduto, se fosse rimasto, forse...

Massimo era partito, nel cuore di donna Fedele speranze scendevano, angoscie salivano. Nello stato d’animo di Lelia ella vedeva il pericolo di un sinistro. Con lei la ragazza non aveva tenuto propositi che potessero dar sospetto. Aveva detto invece, più di una volta, alla cameriera Teresina, in passato, che se fosse costretta di vivere con suo padre, si ammazzerebbe. Ai rimproveri di Teresina, seriamente religiosa, aveva risposto che vivere con suo padre voleva dire per lei odiarlo a morte, perdere il senso morale; e che, in quel caso, si sarebbe ammazzata non già con disprezzo della legge divina, ma proprio per obbedire alla voce del Signore il quale, pure non permettendo, di regola, il suicidio, era certamente in facoltà di comandarlo. La povera Teresina, tutta sgomentata, la credette pazza. Donna Fedele ne fece un giudizio diverso. La giudicò strana, sì, ma sopra tutto vittima di un concetto storto della religione, frutto in parte d’ignoranze, in parte di congenite anomalie dell’intelletto, in parte d’istruzione cattiva e di pessimi esempii. Sperava che i discorsi tenuti alla cameriera non avessero un carattere serio, ma temeva particolarmente i lunghi, scuri silenzii attuali. Non avrebbe voluto che uscisse sola. Perciò quando seppe, arrivando al villino, che Lelia era uscita sola, rabbrividì. Cercò rassicurarsi pensando all’offerta che la ragazza le aveva fatto di lasciare il villino se fosse venuto Massimo. La gente di casa non sapeva dove la signorina fosse andata. Era uscita dal cancello grande. Poteva essere andata verso