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FORBICI 165

sempre; come fosse venuta poi a parlare di Alberti e l’avesse trovata fiera contro di lui, tanto fiera da non potersi spiegare la sua violenza che con un conflitto di sentimenti. La ragazza era persuasa ch’egli fosse venuto a Velo col proposito di tentare un matrimonio ricco. Se si riuscisse a persuaderla del contrario, si vincerebbe la partita. Ma ci voleva una prudenza grande. Il signor Marcello domandò consiglio. Il solo consiglio fu di non trattenere più oltre Alberti alla Montanina, di non tentarlo neppure; perchè non c’era dubbio che Alberti partirebbe subito. Qui donna Fedele credette opportuno di comunicare il colloquio avuto da lei col giovine, che ora stava in attesa di notizie. Poi si offerse quasi timidamente, col suo sorriso dolcissimo, per il compito delicato e difficile che verrebbe in seguito.

«È molto naturale, caro amico; no?» diss’ella vedendo la sua gratitudine turbata. Si divisero senz’altre parole, con una lunga stretta di mano.


Ritornata poscia al villino, donna Fedele non vi trovò Massimo. Non comparve che verso mezzogiorno. Incontrò la cameriera al cancello e seppe da lei che la signora era rientrata in casa alle undici e mezzo, che aveva dimenticato di avvertire, alla Montanina, com’egli non vi sarebbe andato a colazione e mandava lei per questo. Nei brevi passi dal cancello al villino Massimo pensò, con alterni palpiti di angoscia e di speranza, che gl’indizi erano cattivi perchè se le cose si fossero avviate bene, donna Fedele, invece di avvertire, lo avrebbe subito spedito alla Montanina; ch’erano buoni, perchè, se le cose si fossero avviate male, ella non avrebbe probabilmente dimenticato di annunciare l’assenza di lui. La cameriera gli aveva sorriso; questo andava bene. Donna Fedele non gli veniva incontro; questo andava male.