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iii. — forza e movimento | 69 |
cioè non un semplice aggregato di più sostanze: come per esempio vi è grande differenza tra un animale e un gregge di animali. E perciò questa entelechia è o un’anima, o qualche cosa di analogo all’anima, e sempre attua naturalmente qualche corpo organico, il quale, quando fosse preso separatamente in sè stesso, cioè toltane o allontanatane l’anima, non sarebbe un’unica sostanza, ma un aggregato di molti, insomma un artificio della natura....
La forza derivativa è ciò che alcuni chiamano impetus, cioè conatus, o la tendenza, per così dire, ad un qualche movimento determinato, attraverso il quale la forza primitiva o principio dell’azione viene modificato. Quanto a questa forza, ho mostrato che non si mantiene sempre la medesima nel medesimo corpo, ma che, comunque sia distribuita in più corpi, rimane sempre nella medesima quantità complessiva, e differisce dal movimento stesso, la cui quantità non si conserva....
A stabilire una forza attiva nei corpi ci inducono molte ragioni, e principalmente l’esperienza stessa, la quale mostra che nella materia vi sono movimenti i quali devono bensì essere attribuiti originariamente alla causa universale delle cose, cioè a Dio; ma immediatamente e specificamente devono essere spiegati attraverso la forza posta da Dio nelle cose. Infatti, dire che Dio nella creazione ha dato ai corpi una legge di aziono, non è altro se non dire che ha dato ad essi qualche cosa in virtù di cui quella legge sia osservata; altrimenti dovrebbe sempre egli stesso procurare continuamente per via straordinaria l’osservanza di quella legge; mentre è piuttosto la sua legge stessa che ha efficacia, ed egli ha reso i corpi attivi, cioè ha dato ad essi ima forza insita} Bisogna inoltre considerare che la forza derivativa e l’azione sono qualche cosa di modale, perchè sono soggetti a mutamento. E ogni modo consiste in qualche modificazione di alcunché di persistente, o meglio di assoluto.