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64 | parte prima — il sistema leibniziano |
cosa di più; il che è assurdo. Ma se la forza potesse diminuire, essa perirebbe alla line completamente perchè, non potendo mai aumentare, e potendo però diminuire, andrebbe via via decadendo: il che è senza dubbio contrario all'ordine delle cose. Anche l'esperienza lo conferma....
Adesso mi piace di guardare la questione da un altro punto di vista, e di mostrare anche la conservazione di qualche cosa di più prossimo alla quantità del movimento, cioè la conservazione dell'azione motrice. Ecco dunque la regola generale che io stabilisco. Qualunque cambiamento possa accadere tra corpi concorrenti, qualunque sia il loro numero, bisogna che vi sia sempre nei corpi concorrenti in un sistema chiuso la medesima quantità di azione motrice nel medesimo intervallo di tempo. Per esempio, vi deve essere durante questa ora tanta azione motrice nell'universo o in dati corpi che agiscono fra di loro in un sistema chiuso, quanta ve ne sarà durante un'altra ora qualsiasi.
Per comprendere questa regola, bisogna spiegare la valutazione dell'azione motrice, tutta diversa da quella della quantità di movimento, intesa la quantità di movimento secondo l'uso che si è spiegato sopra. Ora, affinché l'azione motrice possa essere valutata, bisogna prima valutare l'effetto formale del movimento. Tale effetto formale o essenziale al movimento consiste in ciò che è cambiato dal movimento, cioè nella quantità della massa trasportata, e nello spazio o nella lunghezza attraverso cui questa massa è trasportata. È questo l'effetto essenziale del movimento, o il cambiamento che esso determina: poiché il tal corpo era lì, ora è qui: il corpo è tanto grande e la distanza è tanta....
Bisogna ben distinguere quello che io chiamo l'effetto formale o essenziale al movimento, da ciò che ho chiamato più sopra l'effetto violento. Poiché l'effetto violento consuma la forza e si esercita su qualche cosa di fuori; ma