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62 | parte prima — il sistema leibniziano |
presso tutti gli uomini intelligenti, che odiano l'ateismo oggi invadente e si preoccupano dell'eternità.
(Lettera al duca di Hannover, 1671, G. I, 52-53).
Da questo contatto fra sostanza spirituale e materiale nel conatus, Leibniz trae le sue prime conclusioni verso la funzione della spiritualità nel mondo fisico, e l'importanza dello spirito in rapporto a qualsiasi elemento corporeo e materiale.
Sono capace di dimostrare dalla natura del movimento nel campo fisico, da me scoperta, che il movimento non può esistere nei corpi presi per sé, se non vi si aggiunga lo spirito;.... che lo spirito è incorporeo; che lo spirito agisce su sé stesso, che nessuna azione su sé stesso può essere movimento, che l'azione del corpo non è se non il movimento, e che quindi lo spirito non è corpo. Che lo spirito consiste in un punto o centro, e che perciò è indivisibile, incorruttibile, immortale. Come nel centro concorrono tutti i raggi, così concorrono insieme nello spirito tutte le impressioni sensibili attraverso i nervi; e dunque lo spirito è un piccolo mondo concepito in un punto, il quale consiste delle proprie idee così come il centro consiste degli angoli, poiché l'angolo è mia parte del centro, nonostante che il centro sia indivisibile. Così può essere spiegata geometricamente tutta la natura dello spirito.
(Lettera al duca di Hannover, 1071, G. I, 61.
La conservazione della forza. — Queste sono le teorie fisiche del giovane Leibniz. Ma una nuova scoperta fa sì che egli abbandoni il suo concetto del movimento come essenza dei corpi, e lo sostituisca con quello di forza.
Cartesio aveva affermato la immutabilità e costanza della quantità di movimento nell'universo; cioè, che quanto movimento viene perduto da un corpo, tanto viene acquistato da un altro, sì che la somma complessiva nell'universo sia sempre costante: intendendo per quantità di movimento il prodotto della massa per la velocità. Leibniz dimostra che tale prin-