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iii. — forza e movimento 55

mangono in quiete, è la materia prima, dalla quale ogni cosa deriva attraverso il movimento, e nella quale tutto si dissolve attraverso la quiete. In essa non vi sarebbe infatti nessuna diversità, ma una pura omogeneità, se non vi fosse il movimento....

Dalla materia passiamo ora alla forma. Se supponiamo che la forma non sia altro che figura, troveremo di nuovo una mirabile concordanza. Infatti, poiché la figura è il limite (terminus) del corpo, per formare le figure della materia sarà necessario un limite. E per far sorgere vari limiti nella materia, bisogna ricorrere alla discontinuità delle parti, dato che quando le parti sono discontinue, ciascuna di esse ha termini separati (infatti Aristotele definisce i continui come quelli il cui limite è uno1); ma la discontinuitá, in quella massa inizialmente continua, può essere prodotta in duplice modo: o togliendole insieme anche la contiguità, il che ha luogo quando avviene una separazione fra le parti, in modo che si produca un vuoto; oppure conservando la contiguità, come quando le parti, pur rimanendo accoste, si muovono tuttavia in direzioni diverse: così per esempio due sfere, comprese l'una nell'altra, possono muoversi in direzioni diverse e tuttavia rimanere contigue cessando di essere continue. Di qui è chiaro che se la massa è stata creata inizialmente discontinua o interrotta da vuoti, alcune forme devono esser state create contemporaneamente alla materia; se invece la massa è inizialmente continua, è necessario che le forme sorgano dal movimento...., perché dal movimento deriva la divisione, dalla divisione il limite delle parti, dai limiti delle parti le loro figure, dalle figure le forme, quindi dal movimento derivano le forme. È chiaro da ciò che ogni tendenza alla forma è movimento: e questa è la soluzione della contrastata questione sull'origine delle forme...

  1. In greco nel testo: ών τά έσχατα έν.