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III.


FORZA E MOVIMENTO


Un altro campo dell'attività di pensiero leibniziana è la filosofia della natura; campo ben distinto da quello che si è visto fin ora, e trattato con strumenti e metodi di tutt'altro genere. I problemi qui analizzati hanno particolare affinità con quelli dello scienze fisiche: costituzione della materia, esistenza o meno degli atomi, del vuoto, origine e funzione del movimento, dell'energia, etc. Leibniz non fa discendere la soluzione di questi problemi dai principi generali della sua filosofia metafisica: li tratta per sé stessi, secondo una tecnica ad essi propria, seguendo in questo il suo uso di entrare sempre nel vivo di ogni ricerca e di appropriarsi le caratteristiche particolari di ogni scienza. In seguito poi, una volta giunto a determinate soluzioni e ad atteggiamenti definitivi, li metterà in rapporto con le soluzioni ottenute negli altri campi, giungendo così a sintesi sempre più ricche e comprensive.

La continuità e la materia. - Le idee di Leibniz nella filosofia fisica subiscono una profonda evoluzione, dalla giovanile Hypothesis physica nova, alle concezioni più mature. E nel corso di questa evoluzione si formano i suoi concetti fondamentali in questo campo. Egli comincia come atomista, al seguito del Gassendi (1592-1665), il quale rinnovava le dottrine di Epicuro e di Democrito, e concepiva la materia in tutti i suoi aspetti come formata dalla varia combinazione degli atomi nel vuoto. Ben presto però Leibniz abbandona questa teoria, la quale è inconciliabile col suo principio di continuità.