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ii. — la sostanza individuale 49

Ma spiegare sempre l'ammirevole economia di questa scelta, non si può, durante il nostro passaggio su questo mondo; e basti saperlo, senza comprenderlo. Questo è il momento di riconoscere altitudinem divitiarum, la profondità e l'abisso della saggezza divina, senza voler sviluppare problemi di dettaglio, che implicano considerazioni infinite.

Si vede però bene che Dio non è la causa del male. Poiché non soltanto dopo la perdita dell'innocenza degli uomini il peccato originale si è impossessato dell'anima, ma ancor prima vi era una limitazione o imperfezione originale connaturale a tutte le creature, che le rendeva soggette al peccato e capaci di errare. Così non vi è maggior difficoltà riguardo ai supralapsari1 che riguardo agli altri. Ed a ciò, a mio avviso, si deve ridurre l'opinione di S. Agostino e di altri autori, che l'origine del male sia nel nulla; cioè nella privazione o limitazione delle creature, alla quale Dio rimedia graziosamente col grado di perfezione che gli piace di dare. Questa grazia di Dio, sia ordinaria o straordinaria, ha i suoi gradi e le sue misure, è sempre efficace in sé stessa a produrre un certo effetto proporzionato; ed inoltre essa è sempre sufficiente, non solo a preservarci dal peccato, ma anche a condurci alla salvazione, supponendo che l'uomo si unisca ad essa per quanto dipende da lui. Ma essa non è sempre sufficiente a superare le inclinazioni dell'uomo, perché altrimenti egli non terrebbe più a nulla; e ciò è riservato alla sola grazia assolutamente efficace, che è sempre vittoriosa; o che lo sia per sé stessa, o per l'accordo delle circostanze.

(Discours de métaphysique, 1686, § XXX).

  1. I supralapsari sostenevano, contro gli infralapsari, che la predeterminazione divina si esercitasse anche prima del peccato originale (supra lapsum, prima della caduta) e che quindi il fallo di Adamo non fosse stato compiuto per un atto di libera volontà. Leibniz, con questa sua conciliazione di predeterminazione e contingenza o libertà, rende ozioso il problema.
4. — Leibnix, La monadologia.