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ii. — la sostanza individuale | 43 |
sempre tutto ciò ohe è più perfetto — e sul decreto che Dio ha fatto (in seguito al primo) riguardo alla natura umana, cioè che l'uomo farà sempre (per quanto liberamente) ciò che parrà il migliore. Ora ogni verità che sia fondata su questa specie di decreti è contingente, benché sia certa; poiché questi decreti non cambiano affatto la possibilità delle cose e, come ho già detto, benché Dio scelga sempre sicuramente il migliore, ciò non impedisce che ciò che è meno perfetto non sia e non resti possibile in sé stesso, sebbene non accadrà; perché non è la sua impossibilità, ma la sua imperfezione che lo fa respingere. Ora nulla è necessario, di cui sia possibile l'opposto.
Si sarà dunque in condizione di risolvere queste specie di difficoltà, per quanto grandi appaiano (ed infatti esse non sono mono impellenti a questo riguardo che tutte le altre che si sono mai riferite a tale materia), purché si consideri bene che tutte le proposizioni contingenti hanno ragioni per essere piuttosto così che altrimenti, oppure (ciò che è lo stesso) che esse hanno delle prove a priori della loro verità, le quali le rendono certe e mostrano che la connessione del soggetto e del predicato di queste proposizioni ha il suo fondamento nella natura dell'imo e dell'altro: ma che esse non hanno dimostrazioni di necessità, poiché queste ragioni non sono fondate che sul principio della contingenza o dell'esistenza delle cose, cioè su ciò che sembra il migliore fra varie cose ugualmente possibili: mentre le verità necessarie sono fondate sul principio di contradizione e sulla possibilità o impossibilità delle essenze stesse, senza riguardo, in ciò, alla volontà libera di Dio o delle creature.
(Discours de métaphysique, 1686, § XIII).
D'altra parte, Leibniz usa anche altri argomenti per salvare la libertà e la responsabilità in questa connessione causale universale. Libertà non è sempre necessariamente un contrapposto di determinazione causale.