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nota bio-bibliografica vii

argomento scolastico; vari scritti giuridici, in cui egli vuol applicare procedimenti filosofici alla scienza del diritto; e l'Ars Combinatoria, che contiene già il germe delle suo future idee di una logica organizzata secondo i principi matematici e di un «alfabeto dei pensieri unani».

Per ragioni che non si sono ben potute precisare, non gli è possibile laurearsi a Lipsia. Si reca perciò ad Altdorf, presso Norimberga, e diviene in quell'università dottore utriusque juris con una brillantissima discussione (1666). La facoltà giuridica gli offre una cattedra, che egli però rifiuta. Si stabilisce a Norimberga, dove cerca subito di mettersi a contatto col mondo intellettuale della città. Entra nella strana e misteriosa società alchimistica dei «Rosacroce», il che gli dà occasione di iniziarsi ai misteri della ricerca naturalistica. E, cosa importantissima per il suo avvenire, fa a Norimberga la conoscenza del barone di Boineburg, già ministro dell'arcivescovo elettore di Magonza, uno dei più acuti uomini politici del tempo, e interessato a tutti i problemi della cultura.

Il Boineburg apprezza subito le grandi qualità del giovane studioso, si lega con lui di viva amicizia e lo fa suo segretario. Lo conduce a Francoforte, lo presenta all'elettore di Magonza. Leibniz scrive, per introdursi degnamente presso quel principe, la sua Nova methodus discendae docendaeque jurisprudentiae, il più importante dei suoi scritti giuridici. Anche in esso, come nei precedenti, problemi tecnici del diritto vengono trattati con metodi logici, matematici, genericamente filosofici, e innestati in quella visione armonica e universalistica che sarà una caratteristica essenziale del suo pensiero, e che già qui comincia a delinearsi. Dall'elettore gli viene affidato, insieme ad un altro giureconsulto, l'incarico di riordinare e conciliare i principi del diritto romano con quelli del diritto del suo tempo. Presto si trasferisce a Magonza, dove ottiene la carica di consigliere dell'elettore ed assolve, per conto di lui e del Boineburg, incarichi scientifici e politici di vario genere. Particolarmente interessante è un memoriale in occasione dell'elezione del re di Polonia avvenuta nel 1669, dopo l'abdicazione di Giovanni Casimiro. In esso la candidatura di un principe tedesco, il conte palatino di Neuburg, viene sostenuta con una rigorosa dimostrazione more geometrico. Pure interessanti i Pensieri intorno alla sicurezza del Reich tedesco, nei quali viene auspicata l'unione dei principi della Germania contro l'imminente pericolo della Francia di Luigi XIV.

Non si può dire che Leibniz abbia avuto, nel campo della politica concreta, una vera e propria autonomia di pensiero. I suoi scritti politici sono composti spesso per ordinazione, e le tesi da lui sostenute rispondono a volta a volta all'interesse dei principi di cui era al servizio. In essi però un'impronta personale c'è, e