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ii. — la sostanza individuale 31

Posso dire senza vanità che, tra i miei contemporanei, sono uno di quelli che più ha approfondito la scienza matematica; ed ho scoperto metodi e procedimenti completamente nuovi, che portano questa scienza di là dai limiti che le erano stati prescritti.

I saggi che ne ho dati hanno avuto successo in Francia ed in Inghilterra: e mi sarebbe facile darne ancora molti altri; ma io non faccio gran caso delle scoperte particolari, e ciò che desidero maggiormente è di perfezionare l'arte d'inventare in generale, e di dare piuttosto metodi che soluzioni di problemi; poiché un solo metodo comprende un'infinità di soluzioni....

E poiché ho avuto la fortuna di perfezionare considerevolmente l'arte d'inventare o analisi dei matematici, ho cominciato ad avere certe concezioni nuovissime, per ridurre tutti i ragionamenti umani ad una specie di calcolo che servirebbe a scoprire la verità, nei limiti di ciò che è possibile ex datis, posto cioè quel che ci è dato o conosciuto. E quando le conoscenze date non bastano a risolvere la questione proposta, questo metodo servirebbe, come nelle matematiche, ad accostarsi il più possibile alla soluzione e a determinare esattamente ciò che è più probabile.

Un tale calcolo generale formerebbe nello stesso tempo una specie di scrittura universale che avrebbe i medesimi vantaggi che quella dei cinesi, perché ciascuno la potrebbe intendere nella sua lingua. Ma supererebbe infinitamente la cinese in quanto la si potrebbe imparare in poche settimane, avendo essa caratteri ben collegati secondo l'ordine e la connessione delle cose; mentre i cinesi hanno una infinità di caratteri secondo la varietà delle cose, e occorre la vita di un uomo per imparar tiene la loro scrittura1.

  1. I caratteri cinesi si avvicinerebbero, secondo Leibniz, a quelli della sua caratteristica, in quanto rappresentano, così come i geroglifici egiziani, non le lettere di cui ciascuna parola è formata, ma l'oggetto stesso che essa