Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
II.
LA SOSTANZA INDIVIDUALE
Verità di ragione e di fatto sono dunque ciò di cui è costituita la realtà. Le une assolute, necessarie, universali, ma di una universalità astratta, che ha luogo solo nel mondo ideale delle possibilità, delle essenze. Le altre concrete, tangibili, esistenti, ma insieme contingenti, individuali, tali che la loro esistenza non può venire dimostrata a priori, né discendere matematicamente da alcuna forma inerente alla costituzione del reale. La necessità morale, basata sul principio di ragione e finalistico, non elimina, come si è visto, la contingenza: non dà quella assoluta certezza che appartiene alle verità di ragione e deriva dall'impossibilità del contrario.
Il problema di Leibniz è ora la ricerca di una universalità anche nel campo del contingente; o, in altri termini, la riduzione del principio di ragion sufficiente a una linea altrettanto fissa e immutabile che quella del principio di non contradizione. La sostanza individuale sarà la soluzione di questo problema: e con essa Leibniz raggiungerà a suo modo, e sempre nell'ambito della sua concezione oggettivistica della realtà, una sintesi di universale e individuale.
La caratteristica. - Miraggio di Leibniz è di ottenere una certezza matematica in tutte le cose conosciute, in modo da eliminare tutto ciò che si fonda sull'opinione, e di ridurre ogni ragionamento a un calcolo. È questo il fondamento di quella Scienza generale, Caratteristica, Ars inveniendi di cui egli vagheggia l'idea, a partire dal suo primo scritto del 1666 sull'Arte Combinatoria, fino alla fine della sua vita.