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i. — verità di ragione e di fatto 7

quelle che io chiamo con nome generale identiche, poiché sembra che esse non facciano che ripetere la medesima cosa, senza insegnarci nulla. Esse sono affermative o negative. Le affermative sono sul tipo delle seguenti: Ogni cosa è ciò che è, e in qualsivoglia esempio A è A, B è B; io sarò quel che sarò; ho scritto quel che ho scritto....

Le proposizioni copulative, le disgiuntive, e altre, sono pure suscettibili di tale identità; e io considero affermativa anche la seguente: Non-A è non-A; e l'ipotetica: se A è non-B, ne segue che A è non-B. Similmente se non-A è BC, ne segue che non-A è BC....

Vengo ora a parlare delle identiche negative che sono rette o dal principio di contraddizione1 o da quello dei disparati. Il principio di contraddizione è in generale il seguente: una proposizione è vera o falsa. Il che contiene due enunciazioni vere: l'una che il vero e il falso non sono compatibili nella medesima proposizione, ovvero che una proposizione non può esser vera e falsa contemporaneamente; l'altra che l'opposto o la negazione del vero e del falso non sono compatibili, ovvero che non vi è via di mezzo fra il vero e il falso; o, in altri termini, che non è possibile che una proposizione non sia né vera né falsa2. Ora, tutto ciò è vero anche in tutte le proposizioni particolari immaginabili, come: ciò che è A non potrebbe essere non-A....

Quanto ai disparati, sono quelle proposizioni che dicono che l'oggetto di un'idea non è l'oggetto di un'altra idea; per esempio, che il calore non è la medesima cosa che il colore, oppure che uomo e animale non sono la medesima cosa, per quanto ogni uomo sia animale. Tutto questo si può stabilire indipendentemente da qualsiasi

  1. Leibniz, come molti altri, chiama «principio di contraddizone»; quello che dovrebbe essere chiamato più esattamente «principio di non contradizione».
  2. É questo il principio che si suole chiamare del «terzo escluso».