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quanta è possibile, ma con il più grande ordine che si possa; cioè questo è il modo d’ottenere quanta più perfezione si può.

59. Quindi è che solo questa ipotesi, che oso dire dimostrata, rappresenta, com’è conveniente, la grandezza di Dio. Ciò M. Bayle riconobbe allorchè nel suo Dizionario (Art. rorarius) fece delle obbiezioni, o ancora fu tentato di credere, che io concedessi troppo a Dio, e più che non è possibile. Ma non potè allegare alcuna ragione, perchè quest’armonia universale, in virtù della quale ogni sostanza esprime esattamente tutte le altre per le relazioni che ella ha fosse impossibile.

60. Per altra parte si scorgono da ciò, che ho riferito, le ragioni a priori, per cui le cose non potrebbero procedere altrimenti; essendochè Dio, regolando il tutto, ha avuto riguardo a ciascuna parte, e singolarmente a ciascuna monade, di cui la natura essendo rappresentativa, nulla potrebbe limitarla a non rappresentare che una parte di cose; quantunque sia vero, che questa rappresentazione non sia che confusa rispetto ai particolari di tutto l’universo, e non possa essere distinta che in una piccola parte delle cose, cioè a dire in quelle, le quali sono o le più prossime, o le più grandi in relazione a ciascuna delle monadi; altrimenti ciascuna monade sarebbe una divinità. Non è nell’obbietto, ma nella modificazione della conoscenza dell’obbietto, che le monadi sono limitate. Esse vanno tutte confusamente all’infinito, al tutto, ma sono limitate e distinte da gradi di percezione distinta.

61. E le composte sono in ciò simboleggiato dai semplici. Perchè tutto essendo pieno, da che dipende il collegamento di tutta la materia, e nel pieno ogni