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ma non vi troveremo giammai come spiegare una percezione: la quale perciò nella sostanza semplice, e non nel composto o nella macchina è mestieri cercarla. Così non vi è che questo, che si possa trovare nella sostanza semplice, vale a dire le percezioni e loro cambiamenti. Dunque in ciò solo possono consistere tutte le azioni interne delle sostanze semplici.

18. Si potrebbe dare il nome d’entelechie a tutte le sostanze semplici o monadi create, perchè esse hanno in sè una certa perfezione (ἔχουσι τὸ ἐντελές) ed una capacità, che le rende sorgenti delle loro azioni interne, e per così dire le rende automati incorporei.

19. Se noi vogliamo chiamare anima tutto ciò, che ha percezioni ed appetiti nel senso generale, che ho espresso, tutte le sostanze semplici, o monadi create, potrebbero essere chiamate anime. Ma come il sentimento è qualche cosa di più che una semplice percezione, io consento che il nome generale di monadi ed entelechie basti alle sostanze semplici, che hanno percezione soltanto, e che si nomino anime, quelle solamente, la cui percezione è più distinta, e accompagnata da memoria. (1)

  1. Si cominci ad osservare le distinzioni, che Leibniz pone fra le monadi, per cui chiama monadi semplicemente quelle che hanno la sola nuda percezione, cioè un atto qualsiasi, che determina il mutamento della monade; e chiama anime quelle monadi, in cui la percezione è più viva, prende forma di sentimento, si manifesta alla coscienza, ed è accompagnata dalla memoria, come nei bruti, e nell’uomo massimamente. Può distinguersi ancora che siccome nei corpi vi sono degli elementi materiali, ed un principio formale, così vi devono essere delle monadi materiali (intendendo per materiale ciò