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8. Tuttavia è d’uopo che le monadi abbiano talune qualità, altrimenti non sarebbero tampoco es-

    dere il modo, come l’azione di una monade trapassi in altra monade: il qual passaggio è veramente tutto coperto di oscurità impenetrabile. Ma l’oscurità del modo, con cui si compie questo passaggio di azione, non interdice di riconoscere la realità del passaggio stesso: che anzi è evidente e irrecusabile. Diremo di più che di qualunque avvenimento di natura non conosciamo il modo, con cui si adempie, ma solo la realtà dell’adempimento; onde tanto meno Leibniz poteva ricusare il commercio delle azioni tra le monadi, perchè non se ne mostrava il modo con chiarezza. Questa oscurità, cha ha ingannato la mente gagliarda di Leibniz, ha pure indotto in errore altri illustri Filosofi Alemanni, i quali non si persuadono doversi arrestare innanzi alle impenetrabili tenebre, e vi si mettono dentro con nobile, ma temerario ardimento. Difatti affermano essi che non si possa dare fra esistenze di natura diversa comunicazione di azioni, perchè non riescono ad intendere. il passaggio di queste azioni, che incessantemente si trasmettono: e quindi sono trascorsi ad immaginare una sostanza comune e universale, a cui tutte le cose partecipano, e da cui sono in sostanza costituite, e per mezzo della quale accade ogni trapassamento. Schelling di fatti scrive che la relazione fra soggetto ed oggetto non potrebbe darsi, se non fosse fra loro un’armonia prestabilita, nè potrebbe esistere tale armonia senza la loro identità (Ideal. Trascend. Introd.). Ed in seguito discorre che se il mondo fosse diverso dall’anima, sarebbe impossibile che la volontà di questa fosse valevole a modificarlo, neppure in grazia dell’armonia prestabilita, la quale neppure sarebbe possibile senza un termine medio, di cui l’anima ed il mondo fossero modificazioni. (Luogo citato, parte 3 epoca 3.) E così Burdach sostiene, che se la diversità che è nelle cose dell’universo non avesse alcun che di comune, un abisso senza fondo le separerebbe, nè potrebbero agire le une sulle altre. (Fisiologia § 1006).