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indipendenti e promotori, con dignità e con efficacia, del benessere della popolazione.
Ogni atto che genera simpatie tra un principe italiano ed il suo popolo è sempre mal veduto dall’Austria, la quale si studia per ogni via di prevenirlo, o di contrariarlo nei suoi effetti.
Dispiacque altamente al Gabinetto di Vienna la dignitosa e ferma condotta del re di Sardegna nell’occasione delle ultime vertenze commerciali tra i due Stati. E non già per il merito della questione, ma perchè la onorevole resistenza del re (dopo trent’anni di condiscendenze) gli conciliò l’approvazione pubblicamente espressa del suo popolo. L’accordo dei sentimenti e delle idee tra principi e popoli è il fatto che più d’ogni altro paventa l’Austria in Italia.
L’amnistia accordata dal Sommo Pontefice (primo ed unico atto di amore di un principe Italiano verso il suo popolo nell’ultimo trentennio) non fu al certo gradito dall’Austria perchè impartito in un modo largo ed affettuoso risvegliò negli Stati Pontificj, e nel resto d’Italia un indicibile entusiasmo, e guadagnò pubbliche simpatie all’augusta persona del Papa.
Tutto ciò che sa di affetto e di stima e di leali rapporti tra principi e popoli in Italia adombra l’Austria, perchè credesi minacciata dall’unione e dalla concordia degli animi. La sua sicurezza non sa vederla in Italia che nelle diffidenze, nel sospetto e nella discordia tra principi e popoli. Vecchia sua politica e che noi malaccorti ha fatti divenire quello che siamo.
Primeggia tra le applicazioni di questa politica au-