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tico e nell’Jonio, e l’altra nel mar Tirreno. Il che rese e rende tuttavia difficili le communicazioni reciproche fra le zone stesse anche mediante le strade communi, ancora assai rare al bisogno, perchè ripide, tortuose e di grave dispendio sia pel primo impianto, sia per la successiva manutenzione. Così, mentre sarebbe bastata una sola gran via ferrata sull’asse della penisola, quasi una gran vertebra dalla quale come altrettante costole si staccassero le diramazioni alle principali città marittime, ove il terreno si fosse trovato piano o leggermente ondulato; ne sorge la necessità di due linee, una per versante, ciascuna delle quali non abbracci che una sola zona di territorio, ossia la metà del movimento che avrebbe alimentato una gran linea centrale, colla potente concorrenza della marina, e con poche e difficili linee trasversali dì reciproca communicazione.

Solo la gran valle del Po parrebbe prestarsi per la sua configurazione allo stendersi di una grande arteria ferrata, che ne abbracci tutti ì commerci e ne soddisfi i bisogni agricoli ed industriali. Ma qui pure la soverchia sua larghezza, dalle falde delle prealpi a quelle degli Apennini, e la difficoltà di traversare il Po, il cui largo e profondo alveo ne solca tutta la lunghezza, non permettono di pensare ad una sola linea principale, ma additano il bisogno di due linee parallele, seguenti l’una la sinistra e l’altra la destra del fiume, da traversarsi in varj punti principali per metterle in facile e pronta communicazione fra di loro.

Dalla valle del Po dovrebbero diramarsi anche le linee internazionali accennanti alla Francia, alla Svizzera, al Tirolo ed all’Austria, destinate a traversare faticosamente la gran catena delle Alpi ed a mettere in communicazione i nostri mari ed i nostri porti colla parte più mediterranea d’Europa.

In questo rapido schizzo sono abbozzate le direzioni delle grandi linee principali che servir devono l’Italia, ed alle quali tutte le altre devono subordinatamente collegarsi. Esse formano l’ossatura, dirò così, cardinale, alla cui esecuzione deve pensare direttamente lo Stato, comechè interessante i bisogni dell’intera penisola; mentre le linee di secondo e di terzo ordine, o non interessano che indirettamente la nazione, od interessano unicamente le varie regioni nelle quali suddividesi l’Italia. Queste linee principali possono distinguersi in tre grandi rami e in due grandi gruppi. Dei tre