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civile, per averne le basi approssimative di sviluppo e di costo, e ne abbandoni quindi la esecuzione a corpo, per un prezzo determinato, sia chilometrico sia complessivo, all’industria privata da chiamarsi a gara publica, per grandi gruppi, onde eccitare e promuovere nel tempo stesso le grandi associazioni industriali, giovevolissime per mille rispetti allo Stato; e lasci alle stesse l’arbitrio di modificare la traccia primitiva entro certi limiti, onde trovare la linea che unisca possibilmente la massima economia di costruzione senza ledere la facilità del successivo esercizio, ed il Governo sarà tolto felicemente dall’impaccio della prima accusa.

Quanto alla seconda, si dice: l’impiegato publico a stipendio fisso, disinteressato negli utili della propria amministrazione, è tratto in generale e per forza dell’umana natura a cercare più volontieri le proprie commodità che non i vantaggi effettivi dello Stato, nè si affanna quindi a speculare sia nell’esattezza del servizio, sia nelle combinazioni degli orarj e delle tariffe, sia nella economia delle spese di trazione e di manutenzione del materiale sia mobile che fisso, sicuro che tali speculazioni incommodando altri senza un proprio materiale compenso, non gli porterebbero che la certezza di dispiaceri ed una sterile soddisfazione di amor proprio. E questo cancro dell’apatia, che fortunatamente è meno sensibile fra noi per l’insita generosità degli animi, è quello che produsse la rovina delle strade austriache, e che ne forzò la vendita a quelle magre condizioni che tutti sanno. Ma anche a questo inconveniente è facile ed ovvio il rimedio, mediante l’appalto dell’esercizio e della manutenzione a private Società, dividendo le linee in varj gruppi dai 200 ai 500 chilometri, appalto da rinnovarsi da dieci in dieci anni, onde approfittare del naturale incremento dei prodotti delle ferrovie. L’operazione dell’appalto dell’esercizio e della manutenzione qui suggerito non richiedendo l’impiego di troppo potenti capitali, potrà trovare in paese molti concorrenti, ed aprire anzi un nuovo ramo alla speculazione ed all’industria indigena; e gli appaltatori, interessati personalmente a far fruttare il più possibile i loro tronchi, non trascureranno studio per aumentarne i prodotti, sia nel regolare le tariffe e gli orarj, sia nell’approfitare delle occasioni locali di movimenti di persone e nel crearne di nuove, sia nell’organizzare corse di piacere, il che alla fin fine tornerebbe pure a tutto utile del pu-