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prova del fatto doloroso che la gentilezza quando non è accompagnata dalla coltura si tramuta in vera selvatichezza. La Toscana è ora solcata da un buon numero di strade ferrate e le locomotive passano come folgore su que’ solchi ove poco tempo fa non germogliavano che le spiche, o dondolavano su i tralci i grossi pampini delle viti. I viaggiatori benedicono que’ mezzi celeri di trasporto, ma i vetturali avvezzi al privilegio della pubblica locomozione li maledicono. Al popolo grossiero de’ vetturali s’è ora aggiunto il popolo più numeroso e più tranquillo dei contadini. Essi immaginarono nella loro stupida fantasia che la muffa che desola da tre ampi le vigne, proceda dal fumo pestifero delle locomotive. E volendo difendersi da questo nuovo nemico si raccolsero a bande per distruggere le vie ferrate e schiantarne le ruotaje. La pubblica forza ha dovuto proteggere le vie ferrate ed il governo dovette dirigere una circolare a tutti i parrochi perchè dissuadessero i popolani dai loro tristi propositi. Questi atti selvaggi di un popolo detto gentile ci mostrano come poco sia stato fatto in Toscana per dirozzare i campagnoli. Sino a che non vi avranno molte e buone scuole in tutti i villaggi di Toscana, si avrà sempre un popolo che associa all’ipocrisia del galateo tutta la selvatichezza del beduino. Noi esortiamo di nuovo tutti i buoni a propagare in Toscana, come si è fatto in Lombardia, le pubbliche scuole elementari per educare alle verità utili il popolo della campagna. Quando sarà educato al vero, non si lascierà più fuorviare da atti di stolidezza che sono indegni per chi sa di vivere nella patria di Dante e di Galileo.