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N.° IX. le sfere omocentriche, ecc. 19

equinoziali 1. E tal congettura acquista vie maggior peso dal fatto, che una indicazione interamente parallela a quella di Marziano Capella, e nondimeno procedente da fonte diversa, si trova in un trattato latino: De Mundi cœlestis terrestrisque constitutione, il quale va stampato fra le opere del venerabile Beda, e viene a lui attribuito, sebbene l’epoca della sua composizione sia, per indizj manifesti, posteriore a Carlo Magno2. In questo scritto si legge: Sol duas medias (zodiaci partes) servat, nec illas, nisi in Libra, excedit3. Si ha dunque qui una escursione di due gradi in latitudine, come quella a cui accenna Plinio; anche le escursioni degli altri pianeti, accennate in quell’opuscolo, coincidono meglio con quelle date da Plinio, che con quelle degli altri autori4. Pur tuttavia in questa tradizione, che è diversa da quella seguita da Marziano Capella, si colloca nella Libra la massima digressione del Sole dall’eclittica, come fa Marziano. Da questo sembra si possa concludere con qualche probabilità, che i diversi astronomi, ai quali piacque ammettere la nutazione dell’orbe solare, differivano circa l’ampiezza di questa nutazione, ma si accordavano però a collocare al loro tempo nella Libra il luogo (od uno dei luoghi) della massima digressione del Sole dall’eclittica.

In tale supposizione i nodi dell’orbe solare sull’eclittica coincidevano coi solstizj, o non erano molto distanti. Una considerazione attenta della figura prima mostra che in tal circostanza il movimento del coluro equinoziale era nullo o quasi nullo: il che conferma quanto già sopra abbiamo dimostrato, che l’ipotesi della nutazione solare non fu creata per dar spiegazione di un movimento dei punti equinoziali. Eudosso, Teone, Plinio, Marziano Capella, il falso Beda non conoscono affatto la precessione. All’opposto, la coincidenza dei nodi solari


  1. Ho qualche ragione di credere, che per le notizie sul moto del Sole in latitudine, Teone Smirneo (o Adrasto), e Marziano Capella (o Terenzio Varrone che fornì quasi tutta la materia del libro VIII al compilatore africano) rappresentino una medesima fonte: infatti, non solo ambidue si accordano ad assegnare al Sole la digressione di un mezzo grado; ma tutte le digressioni dei singoli pianeti in latitudine da essi assegnate sono identiche e ad un tempo più meno diverse da quelle che si trovano indicate in Plinio ed in Cleomede. A ciò si aggiungano altri notevoli parallelismi, per esempio il trovarsi in ambidue gli autori la notizia del moto eliocentrico di Venere e di Mercurio. Se così sta veramente la cosa, e se le tradizioni conservate da Marziano e da Teone derivano da una medesima radice, possiamo dire che la notizia data da Marziano sul luogo dei nodi solari serve a completare l’esposizione di Teone, dove appunto questa notizia manca.
  2. Bedae preshyteri Anglo-Saxonis opera. Coloniæ 1612, vol. I, p. 323-344. In tre luoghi, p. 329, 331, 332, si cita l’Historia Caroli o le Gesta Caroli, A p. 324 poi è citato Beda stesso. Di Beda consta che nascesse nell’anno 671: è dunque impossibile che abbia vissuto con Carlo Magno. Inoltre, nel catalogo delle sue opere, da lui redatto nel 59° anno dell’età sua (vedi la Vita di Beda che precede l’edizione succitata dì Colonia), non si trova indicato il libro de Mundi Cœlestis terrestrisque constitutione. Beda morì poco dopo l’epoca del suddetto catalogo, a quanto pare, nel 731 o nel 733. Le citazioni relative alla Storia di Carlo Magno si trovano effettivamente negli annali dei Carolingi, sotto gli anni 798 e 807. Si raffrontino quelle citazioni cogli Annales Bertiniani presso Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, vol. II, p. 504 e 506. Si conclude, che il trattato in questione non può risalire al di là del secolo IX, ed è posteriore a Beda almeno di un secolo.
  3. Bedæ opp. vol. I, p. 329.
  4. Plinii Hist. nat. II. Ecco il paragone delle escursioni totali in latitudine dei sette astri erranti, secondo Cleomede (C), Marziano (M), Teone (T), Plinio (P), e il falso Beda (B). I numeri di Cleomede possono considerarsi anche come rappresentanti l’opinione di Posidonio, e si trovano nella Teoria ciclica, libro II, cap. 7.

    Pianeti

    C M T P B

    10+ 12 12 12 12

    0 1 1 2 2

    8 8 8 8 8

    10 12 12 14 14

    5 5 5 4 4

    5 5 5 3 5

    2 3 3 2 3

    Ove si vede la perfetta identità dei dati di Marziano e di Teone, a cui ho fatto allusione nella nota(64).