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LE SELVE ARDENTI 93

riserve, aveva cercato d’intervenire ed aveva mandato agenti per mettere pace fra quei terribili combattenti.

Quasi sempre giungeva troppo tardi, ossia quando bianchi e indiani, stanchi di fucilarsi o di scotennarsi, si erano rifugiati su altri territorî.

Gli avvenimenti, purtroppo, paralizzavano i suoi sforzi, e il suo intervento per scongiurare quei conflitti sanguinosi finiva quasi sempre con spedizioni militari contro gl’indios, accumulando così rovine su rovine e rinfocolando gli odî.

Grandi torti avevano bensì anche i bianchi, e soprattutto da parte degli agenti delle riserve, specie di banditi che il Governo americano aveva mandato a sorvegliare le tribù rosse, e che invece derubavano insieme e il tesoro pubblico e i disgraziati visi bronzini per arricchirsi sfacciatamente.

Questi terreni, che il Governo destinava alle riserve, finivano quasi sempre col divenire proprietà di quei luridi avventurieri, come pure il denaro, le coperte per la stagione invernale, ecc.

Per ben due mesi la tribù dei Piegani, guardata a vista nella sua piccola riverva che non offriva bastanti risorse per mantenerla, fu costretta a vivere di cortecce d’albero in pieno inverno, senza potere uscire, sicchè ben duecento indiani dovettero soccombere alle crudeli privazioni.

I viveri a loro destinati e inviati, erano stati rivenduti dall’agente governativo prima che giungessero in prossimità della riserva.

Gli Ute invece, chiusi pure in una riserva, non si lasciarono morire senza protestare. Dissotterrata l’ascia di guerra, affamati, perchè nemmeno a loro i viveri erano giunti, sconfinano, invadono le località vicine, ammazzano senza misericordia gli agenti del Governo, che li avevano derubati, incendiano le fattorie seppellendo sotto le rovine gli abitanti, poi, resi sempre più feroci, affrontano il maggiore Thornburgh, che era accorso in difesa dei coloni con tre compagnie di cavalleggieri, lo uccidono e mandano a catafascio i suoi uomini più che decimati.

Le grosse tribù che il Governo dell’Unione paventava, soprattutto quelle dei Sioux, che potevano mettere in campo ben tredicimila guerrieri che nessun fuoco atterriva, gli Arrapahoes, gli Apaches, i Chayennes, fin allora si erano mantenute tranquille ed avevano assistito, fremendo d’odio, alla distruzione dell’uomo rosso.

Nel 1854, i Sioux, per la prima volta irritati dalle mancate promesse e le solite depredazioni degli agenti americani, lanciano il grande grido di guerra.

Tutta la prateria fiammeggia dinanzi a quei baldi guerrieri che si servivano della scure di guerra meglio che della carabina e del winchester;