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80 EMILIO SALGARI

Cerchiamo per altro di economizzare. —

Un odore nauseante saliva di dietro la pietra. Un pezzo di mummia era caduta sull’orso ed il grasso animale folto di peli arrostiva allegramente, mandando vampe vivissime.

La cotenna si struggeva rapidamente facendo scorrere giù pei gradini dei veri rivoletti di grascia ardente.

Le belve, capitanate specialmente dai lupi che si mostravano i più accaniti, si erano precipitosamente ritirate, urlando ed ululando più forte che mai.

— Per centomila corna di bisonte! — esclamò l’indian-agent. — Anche gli orsi qualche volta servono a qualche cosa dopo morti.

— Se non altro ad aiutare le nostre mummie che bruciano troppo presto — disse Harry. — Ah, se si potesse prendergli uno zampone per la nostra cena!... Dimmi, John, ne hai trovati dei viveri tu nella rotonda?

― Un po’ di granturco e del tasaio che deve aver veduto mille soli.

Io credo che l’ultimo degli Atabask fosse anche all’ultimo delle sue provviste.

— Allora lascia fare a me. Una cena ci vuole. —

Col calcio del fucile gettò via gli avanzi delle mummie che ancora ardevano, poi con un gran salto, prima che John ed il signor Devandel avessero pensato a trattenerlo, varcò la pietra che serviva di barriera.

Andò a cadere sul terzo gradino colante di grasso e fu un vero miracolo se potè mantenersi in piedi.

— Harry! — urlò John, puntando il rifle. — Che cosa fai? Sei pazzo?

— Cerco la cena. —

Lo scorridore di prateria, niente impaurito dalla presenza dei numerosissimi animali che urlavano all’estremità della scala, estrasse la navaja e con pochi colpi staccò all’orso una delle zampe posteriori.

Il pelame non ardeva più, quindi poteva tagliare senza pericolo; ma il grasso sotto la cotenna continuava a struggersi.

Si era già guadagnata la cena e stava per porgere a John lo zampone, più o meno arrostito, quando un coguaro con un coraggio straordinario per un animale tanto inferiore ai giaguari, spiccò un gran salto e gli si avventò addosso.

Lo scorridore robustissimo sostenne l’urto senza cadere, e fu una grande fortuna per lui, poichè la grascia del grizly fiammeggiava ancora; così si volse impugnando colla destra la navaja e colla sinistra lo zampone, del quale si serviva come di scudo contro i colpi d’unghia.

L’indian-agent ed i suoi compagni, che già si aspettavano qualche brutta sorpresa, vegliavano con molta attenzione su di lui.