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68 EMILIO SALGARI

animale, a rischio di morire asfissiato e di cadere sul braciere, balzò con grande stupore degli avventurieri, traverso la porta non senza perdere i suoi baffi e abbruciarsi il pelame.

Era un superbo giaguaro, grosso quasi quanto una giovine tigre con un collo da toro, la pelle splendidamente macchiata.

Caduto a tre passi dalla porta, reso più feroce dalle bruciature, sostò un solo momento mandando un ruggito altissimo, poi si scagliò rabbiosamente contro i sei uomini, che lo aspettavano a piè fermo disposti in semicerchio.

La belva agilissima passò con un gran salto sopra le loro teste, prevenendo la scarica dei rifles, e cercò di guadagnare la galleria laterale.

Urlava ferocemente ed il suo pelame fumava sempre.

— Corpo di centomila corna di bisonte! — gridò l’indian-agent. — Quello stupido va ad incendiare il nostro alloggio!

― Harry, Giorgio, signor Devandel, tenete fermo qui, voi insieme a milord. Io e John andremo a finire quell’imprudente. Non risparmiate le mummie. —

Si slanciò in fondo alla sala, seguito prontamente dall’indian-agent.

I due scorridori, il capitano ed anche l’inglese, scorgendo attraverso le vampe, le teste di parecchi animali, avevano intanto cominciato a sparare, non volendo consumare tutta la preziosa provvista di quelle strano combustibile.

― Adagio, Sandy! ― disse l’indian-agent, vedendo che il bandito stava per precipitarsi coraggiosamente ed anche imprudentemente dentro la galleria. ― I giaguari sono dei saltatori che fanno più paura dei massicci orsi grigi.

— Li conosco, mister.

― Allora non commettete delle sciocchezze.

― E quel bestione intanto incendierà le nostre coperte.

― Le caleremo nella rapida. —

Mentre verso la porta gli spari si succedevano quasi senza interruzione, facendo rimbombare l’immensa sala, i due audaci s’avanzarono nella galleria, guardinghi, col dito sul grilletto dei loro rifles.

Il giaguaro, come già l’avevano sospettato, si era rifugiato nella rotonda e si rotolava sulle pelli di bisonte cercando di spegnere il fuoco che s’era appiccato al suo folto pelame.

― Ah, l’incendiario! ― gridò il bandito, puntando rapidamente la carabina.

Udendo quel grido, il terribile animale si rimise sulle zampe e si raccolse su sè stesso, pronto a scagliarsi.