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LE SELVE ARDENTI | 41 |
— E perchè quella luce?
— Prima vanno a cacciare i cigni, e poi si prendono sempre a pugni fra loro.
— A pugni, hai detto?
— Si azzuffano sempre, fratello, anche quando le belve li minacciano.
— Signor Devandel, ― chiesa l’indian-agent ― siete disposto a seguirmi?
— Purchè tu ti faccia precedere da Curlam.
— Come vorrete. Harry e Giorgio rimarranno a guardia di queste mummie. La compagnia non sarà troppo allegra, ma correranno meno pericoli. —
Mandò un fischio acuto.
Il mastino, che si aggirava intorno ai vecchi guerrieri mummificati, provandosi a leccare or l’uno, or l’altro con poca soddisfazione, udendo la chiamata del padrone, spiccò quattro salti mugolando ferocemente.
Pareva che domandasse:
— Chi devo assalire? —
L’indian-agent gli passò una mano sulla testa enorme.
Il mastino stette subito zitto e si accovacciò fra le gambe del padrone.
— Mio fratello bianco vuole che venga anch’io? ― chiese la giovane indiana.
— Senza di te non oserei, con tante bestie! ― rispose l’indian-agent. — Gli orsi grigi sono troppo feroci e non cadono al primo colpo di fucile.
— Vedi la luce, fratello bianco?
— Sì, la vedo.
— Brucia su un canotto.
— Per cacciare che cosa?
— I cigni selvatici.
— Andiamo ad incontrarli.
— Io ti guido.
— Senza luce?
— Non c’è bisogno. La luce l’hanno loro. —
John e il signor Devandel diedero un ultimo sguardo fuori dalla finestra e scòrsero un grosso canotto, che si avanzava intrepidamente circa cinquecento metri sopra la rapida, senza urtare fra le rocce che si trovavano in quel luogo abbastanza numerose.
A bordo non si scorgeva nessuna persona, ma sul dinanzi del canotto brillava una fiaccola, dietro la quale si alzava una specie di scudo enorme.
— Ecco! — esclamò John. — È così che i cacciatori di cigni fucilano a colpo sicuro quei grossi volatili.