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218 | EMILIO SALGARI |
— Qui venire vedere toreros! — disse lord Wylmore. — Aho! Loro tori non valere niente: essere come asini. Cornate molto terribili. —
E rideva tranquillamente il mattoide, mentre il bisonte sfogava il suo furore contro il vinto, calpestandolo coi pesantissimi zoccoli e continuando a lacerarlo a gran colpi di corna.
Quando lo ebbe ridotto quasi in una massa informe il bestione parve calmarsi, e dopo d’aver lanciati in aria tre muggiti sonori, si diresse verso il compagno.
Un’imprudenza dell’inglese lo fece tosto ritornare.
Quell’originale credendosi ormai salvo, stava spenzolandosi dal ramo per raccogliere, se non le lingue, almeno le armi, quando il bisonte accortosi della sua presenza, tornò sollecitamente indietro, pronto a sventrarlo come aveva fatto al mustano.
Ma l’inglese fu lesto a tirarsi su di nuovo sul ramo, sul quale non aveva niente da temere.
Un bisonte non si arrampica come un orso grigio o nero.
L’animalaccio, non sapendo con chi sfogarsi, si scagliò contro l’albero strappando larghi pezzi di corteccia. Erano sforzi inutili, poichè la pianta era troppo grossa per poterla atterrare con un colpo di testa.
— Aho! Mie povere lingue! — esclamò per la seconda volta l’inglese. — Io essere destinato morire di fame. Niente zampone orso, niente pezzo bisonte ed io pagare sempre, sempre senza contare. —
Guardò il bisonte, domandandosi come avrebbe potuto sbarazzarsi di lui e quanto l’assedio sarebbe durato.
Le munizioni le aveva sempre nelle sue numerose tasche, ma la carabina e la rivoltella erano a terra.
Il bisonte, più che mai inferocito, continuava a dar cornate all’albero, senza alcun risultato. Tuttavia era tale la sua forza, che di quando in quando riusciva a scuoterlo.
Stanco finalmente, si coricò sulla neve, a breve distanza dal cavallo, guardando l’inglese con due occhi torbidi, iniettati di sangue.
L’assedio cominciava, ed un assedio bene stretto, e lungo, perchè i bisonti sono tavolta assai testardi e non rinunciano alle loro vendette.
L’inglese assolutamente immobilizzato, aspettava con rassegnazione che il tremendo animale si decidesse ad andarsene, ma era vana speranza.
Ciò che seccava soprattutto il lord era la fame, che di momento in momento diventava sempre più tormentosa.
Se avesse potuto avere le due lingue, non avrebbe esitato a divorarle così crude.
Si era messo a bestemmiare in inglese ed in gallese, senza riuscire