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Capitolo XIII.


La Scotennatrice.


Nube Rossa ed i suoi guerrieri si erano affrettati a lasciare la grande caverna degli Atabask, spingendosi brutalmente innanzi i quattro prigionieri, i quali, d’altronde, non pensavano a ribellarsi, conoscendo troppo la crudeltà degli uomini rossi.

Attraversato l’istmo, la banda si arrestò dinanzi ad un gigantesco zatterone che era stato saldamente legato ad alcuni grossi alberi.

Nube Rossa, sempre sospettoso, osservò attentamente il fiume, poi disse ai suoi uomini:

― Montate. ―

John lo guardò in viso, chiedendogli con voce un po’ beffarda:

― Dove ci conduci?

― Da mia figlia. È Un bel po’ che ti aspetta, o meglio che vi aspetta. Hug! Sarà ben contenta di vedervi. —

Il vecchio e terribile capo dei Corvi accompagnò le ultime parole col sogghigno del giaguaro che sta per precipitarsi sulla preda; poi, facendo un gesto maestoso, aggiunse:

― Vedrete quale trattamento avrete da lei! Sarete i sakems della festa.

― Al palo della tortura, è vero, vecchio brigante? ― gridò Harry scattando.

Hug!... Mio fratello bianco non sa quello che si dice. Avrete invece maiz condito con grasso d’orso fresco, carne di bisonte a volontà, lamponi selvatici ed anche del whiskey.

— Canaglia! Ci burli anche?

― No; e poi basta. Io non amo le chiacchiere. Sono vecchio. Montate! —

I quattro prigionieri furono sollevati quasi di peso e scaraventati brutalmente sullo zatterone.