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110 EMILIO SALGARI

— Ve ne sono altre trentotto, — disse Harry. — Forse potremo resistere fino a stasera.

— E poi? — chiese John, guardando dentro la canna del suo rifle, come se cercasse la soluzione di quel terribile quesito.

— Quel Sandy-Hook del malanno non ci avrà gabbati, io spero.

— Sono cinquanta e più ore che ci ha lasciati.

— Allora si sarà annegato, o l’avranno accoppato sull’altra riva.

Non si può aver sempre fortuna....

Giorgio, pelli! Bruciano come le mummie. —

Gl’indiani, trattenuti sempre da quella barriera di fuoco, che pareva non dovesse cessare più, si sfogavano con continue scariche.

Dopo tre altre ore tutti gli sgabelli erano distrutti insieme con una ventina di pelli.

Il momento terribile si avvicinava. Una lotta non era possibile, poichè dalle grida di guerra che le pelli-rosse di quando in quando lanciavano, gli assediati si erano ormai reso conto del numero dei loro avversari.

Cinquanta tomahawks per lo meno stavano di fronte a loro e pronti a forzare il passo.

Alle sei di sera, quando al di fuori l’oscurità ormai calava rapidissima, le due ultime pelli finivano di consumarsi.

I quattro assediati si erano provati a sparare alcuni colpi che, non avevano sloggiato affatto gli assedianti dalle loro posizioni.

Gl’indiani attesero che le ultime scintille si dileguassero e che la grossa tavola di pietra si raffreddasse; poi verso le sette montarono furiosamente all’assalto coi tomahawks in pugno, mandando il loro grido di guerra.

I primi quattro che balzarono dentro il gran salone, che la lampada misteriosa sempre illuminava colla sua luce fredda e tranquilla, caddero fulminati; ma gli altri quaranta o cinquanta piombarono sopra gli assediati ed un in baleno li ridussero all’impotenza, legandoli per bono con dei lazos.

Il vecchio Nube Rossa, che non aveva creduto opportuno esporsi ai colpi di quei formidabili scorridori, entrò per ultimo nella sala con aria altera, facendo dondolare il suo gigantesco ornamento di penne di tacchino selvatico.

Guardò ad uno ad uno i prigionieri, con un sorriso beffardo sulle labbra, e poi disse:

— L’indian-agent, il figlio del colonnello Devandel ed i due celebri scorridori. Benissimo. Li vedremo tutti alla prova del palo della tortura....