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per contentar la moribonda sposassimo alle ore 1 e mezzo della notte del dì 5 gennaio 1859, ed essa passò all’altra vita alle dieci italiane di quella stessa sera.
Non scorsero che otto giorni, dopo i quali il mio marito Antonio fu arrestato e portato ai profossi di Sant’Anna, ove lo tennero otto giorni e poi lo dimisero dal carcere e dall’appartenere alle armi.
Inutili riuscirono tutti i possibili uffici e preghiere, esso perdette ogni qualifica, ogni soldo, e ci trovammo privi di ogni mezzo di sussistenza, se il mio Padrigno non ci avesse soccorsi.
Fu allora che conoscendo Antonio varii ufficiali francesi lo consigliarono a raccomandarsi al generale, conte De Goyon, fra i quali più ogni altro ve lo insinuò il tenente De Bryl del 40° reggimento Linea.
Fu il De Bryl che ci presentò, e volli anch’io andarci perchè conosco la lingua francese: fossimo accolti cortesemente e ad esso narrai tutto il fatto; assunse l’impegno, ma fu tutto inutile, quantunque fossero ripetute più istanze avvalorate dalla sua protezione.
Con questa circostanza acquistai buona servitù al Generale; servitù, che ho cercato sempre mantenere come uifico mio appoggio.nota
Avanzai più istanze a monsignore De Merode, ma inutilmente quantunque avvalorate da Goyon; finalmente r ultima la presentai io stessa a monsignor De Merode nell’epoca che era prossima la battuta di Castelfidardo, ma inutilmente.
Esacerbata dalle negative e dal bisogno ero in tale servitù, allorachè nel 1 decembre, giorno in cui mio marito partì per Torino accompagnato con lettera del Generalenota onde essere accolto come militare graduato in quel Governo, il signor Generale suddetto mosse con me un discorso sul che io mi fossi, se appartenevo o no a verun partito; al che io risposi che appartenevo a quello liberale, cioè a quello Piemontese;